IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali)
nemmeno il sagrestano, se quei due lì, in confessione, gridano come disperati. E gli amanti non solo muoiono, ma uno è bell'e andato da un pezzo
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elesse subito uno a suo gran tappezziere, un altro a suo gran facchino, il terzo a suo grande sottocuoco. Lavoravano come scimmioni goffi, istupiditi
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obbedienti a un mago, e dove si prepara uno strano dramma in cui avranno parte quelle aeree potenze misteriose e tante passioni umane. L'amico mio
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. C'è un diavolo di montagna a picco, tutta nuda; sotto c'è la strada; questa strada tocca dall'altra parte un laghetto celeste e vi caccia dentro uno
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, con uno sguardo che ai miei amici parve di gratitudine. Ne avrei proprio fatto a meno, perché poi non mi tribolassero tanto. "Che miracolo, stasera
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la finezza più europea, con uno sguardo molto lungo, molto sospetto; il quarto o il quinto che avevo da lei, quella sera. "Scettico!" diss'ella, sotto
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un'attitudine ossequiosa di barcaiuolo che aspetta, quando comparve Chieco tenendo a braccetto la dama avviluppata in uno scialle bianco. "Entra, entra tu
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vetri per decifrarne il carattere. "Oh Dio!" diss'ella. L'aperse in furia con le mani convulse. Vi trovò uno scritto e una fotografia. Ravvisò tosto
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casa mia" disse egli "e che tu sei uno straccione qualunque. Del resto, eccoti lei, ma somiglia poco". Mi diede la fotografia di una signora che non