IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali)
sistema planetario di globi lucenti; perché una lampada splendeva sul piano, due lampade splendevano sulle consoles, un astro discreto luceva fra le
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non è descrittiva ma seconda mirabilmente l'immaginazione dello spettatore che sappia essere quella una isola deserta dell'Oceano popolata da spiriti
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"cosa l'è venuto in mente?" "Che vuole?" risposi. "Non capisco la musica. Ho scritto una sciocchezza a caso". "Va bene" replicò la dama. "In pena, lei non
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tuoi, Signore! "Conserva di romanticismo alle cipolle" disse l'ufficiale. "Una cosa lagrimevole". "Io la trovo bellissima" mormorò la signora con
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Alla sera Chieco, in frac e cravatta Bianca, raccolse una banda di ragazzotti, distribuì loro delle lanterne di carta e delle torce a vento, li
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". Allora Chieco, senza aprir gli occhi, sbattè la bocca come un cane che azzanna a vuoto, dicendo sottovoce: "Asino!". E continuò con una diabolica
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. Voleva abbattere con lo stesso scopo scientifico i pioppi secolari del viale pomposo che da Monte San Donà mette ad una umile stradicciuola comunale; ma
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"Soffio, signor Fogazzaro" disse, quella sera indimenticabile del 1o agosto 1884, il generale Trèzel pigliandomi una delle mie povere pedine. "Stia
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assai più grande e buono che non le fosse mai parso il vivo, le riempiva l'anima; e lo pianse, meravigliata delle proprie lagrime, di sentirsi una
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vampe bionde, che non mi brucia, mi consola, mi fa sognare. Ma non basta! Ma non basta! Ho un maturo, bollente scaldamani, una palla di cannone
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e non ci pensai più. Otto giorni dopo ricevetti un'altra lettera con il timbro di Vezzano, dove una tale Purgher scriveva che il signor maestro Chieco
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, con una strana e crudele compiacenza, quella sua lieve allusione a un passato di cui ero geloso. Il cuore aveva poi date parole acerbe che fecero
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come un principe e parole assai più preziose dell'oro; abbracciare una vecchia pezzente che somigliava a sua madre. Di questa lo aveva udito parlar con