IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali)
lingua senza dizionario e senza grammatica da non potersi tradurre lì per lì con sicurezza, e lesse ad alta voce questa prosa del vecchio signore
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tenerezza tanto profonda. Averlo lasciato partire così, senza un addio! Ecco, se non fosse stato quel ch'era stato, ella si sarebbe trovata a Padova, lo
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avrei mutato piano, se quella bestia, secondo la quale, tra parentesi, a Milano neppur si fa un risotto senza 'il ragionàt', il ragioniere, mi avesse
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creperai senza farlo. E ci sono e scrivo. Tu sai, caro Cesare, che gli amici musicanti di Milano, mi sputarono su questo soggetto per la gola che
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meglio; in fatto per non essere veduta in viso da me; e ricominciò a parlare con voce più sommessa di prima, più rotta dall'emozione. "Sono qui senza
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letti, la divina musica che aveva suonato stendendo la mano sul piano senza toccarlo. Venendole meno la vivezza del ricordare, a poco a poco le voci
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". Allora Chieco, senza aprir gli occhi, sbattè la bocca come un cane che azzanna a vuoto, dicendo sottovoce: "Asino!". E continuò con una diabolica
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improvvisamente sopra di me. Era di una vivezza, e, in pari tempo, di una mobilità tormentosa. Ora Antonietta mi passava a fianco senza salutarmi