IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali)
barcaiuolo. Ho fatto venire apposta un canotto da Riva". Gli chiesi il perché di tanto onore, ma egli non me lo volle dir subito. Dopo pranzo mi prese a
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squisita dolcezza d'ammirazione rattenuta, guardando ancora lo scritto. "Specialmente" soggiunse il marito "perché la cattedrale è un deserto; non c'è
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sistema planetario di globi lucenti; perché una lampada splendeva sul piano, due lampade splendevano sulle consoles, un astro discreto luceva fra le
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salviette, perché i forestieri vi scrivano il proprio nome, ella aveva scritto con una calligrafia punto inglese, punto elegante: Signora Fedele. Era bionda
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forse talvolta sentito il freno del maledetto orgoglio; non mi si era risposto. Perché scrivere? La febbrile visione di un incontro con Antonietta venne
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n'avevano; ma lo straccione calabrese vuole che 'se òngen' tutti questi 'ragionàt' quanti sono. Solo che tu mi devi aiutare perché il poeta veneziano ha il
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ponente. Perché mai aveva pensato, la sera precedente, appena spento il lume, a Ermes Torranza? Perché ne aveva sognato tutta la notte? Perché non poteva
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femmine che aveva prese un momento. "Ho trentott'anni" mi disse egli "ma potrei forse amare ancora ed essere felice come un fanciullo di venti". "E perché
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perché questa lettera Le sia inviata appena spento il lume. Avvertito da una voce interna, ho fatto stamane, spontaneamente, quello che fece, prima di