IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali)
Il mattino dopo l'amico mio se ne andò a Comano per tempo. Io vagai lungo il lago, e prese le 'zette dell'Imarò' che fiancheggiano i precipizi in
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azzurre, tutte trepidanti nell'ora del gran lago marino invisibile a mezzogiorno. Vidi il pugno di terra, sporgente della riva, e sulla punta, il
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della scala che scende nel cortile, presso una finestra poetica da cui si domina il lago e si vedono giù, porgendo il capo, le alte mura, lo scoglio
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arbusti sul lago tumultuante, tutto mobili luci plumbee. Chieco si buttò a giacer supino nell'erba con le mani intrecciate sotto nuca, e mi volle accanto a
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portafogli. Eravamo giunti a quella fornace dove si spicca dalla via maestra il sentiero del laghetto. "Vorrei andare al lago" disse ella tranquillamente
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andiamo via. Mi seccava di vederti, ma ti sei andato a cacciare in mezzo al lago, bisogna bene farti venire a riva. Adesso si mette il canotto sul carro