IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali)
elesse subito uno a suo gran tappezziere, un altro a suo gran facchino, il terzo a suo grande sottocuoco. Lavoravano come scimmioni goffi, istupiditi
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azzurre, tutte trepidanti nell'ora del gran lago marino invisibile a mezzogiorno. Vidi il pugno di terra, sporgente della riva, e sulla punta, il
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novembre, che le ultime brine e il gran vento del dì innanzi le avevano spogliate di foglie sin quasi alla vetta, quei tremoli pennacchi giallo
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pittoresco; ma quando Chieco s'infatuava di un luogo, lo sentiva da gran poeta fantastico, lo idealizzava con una potenza straordinaria. "Questo è
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somigliante la fotografia! Come si fa?". Avevamo gli occhi umidi, credo, tutt'e due. "Povero Chieco!" diss'egli. "È stato un gran fiasco!". Intanto un carro
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l'accese. La fiammella mise un picciol lume sul legno lucido e sul crocefisso di bronzo, un gran buio nella camera. Bianca s'inginocchiò, macchinalmente, e
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aggrottar fiero di ciglia, con un gran gesto d'ambo le braccia. La Fedele non diè segno né di sorpresa né di collera. Guardava sempre lui, sempre quella