IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali)
nemmeno il sagrestano, se quei due lì, in confessione, gridano come disperati. E gli amanti non solo muoiono, ma uno è bell'e andato da un pezzo
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Salonicco; e poi donna Valentina era così africana, con quei capelli neri più folti, con gli occhi più grandi e indolenti che mai, con la corazza nera
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gegehen als sie werth ist" (Non lasciarti toccare da un'inerzia più ch'essa nol meriti ). Alzai gli occhi e vidi la mia vita, vuota e amara per l'oblìo di
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ghiacciaio della Tosa. A colazione ebbi con la signora Purgher un dialogo su Chieco. "Matto" diceva "ma che cuore!". Gli aveva visto prodigare oro ai poveri
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: "Cossa vorla? Poesia franzese!" Il solitario palazzo, il vecchio giardino dei San Donà gli erano poco meno antipatici di "monsiù Nisarde" sin dall'autunno
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attento!" "Alle dame" gli rispose per me la signorina Prina toccandomi il braccio con la penna. "Avanti! Detti! 'Mi co te vedo, sento Un certo non so
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di un letto colossale, il mefistofelico viso del mio povero amico Chieco. Me gli accostai in punta di piedi. Aveva gli occhi chiusi ma la fisonomia
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!" mi gridò il maestro. "E a posto! La signora siede a prua e al canotto gli do una spinta io." "Presto!" soggiunse, parlando a lei. "Facciamo presto
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per non prorompere contro suo padre che rideva e gli altri che compativano. Si chiuse in camera. L'immagine di un nuovo Torranza, di un Torranza morto
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, rovesciando il capo all'indietro, tempestando con le braccia e con le gambe. Mi fece udire, con gli altri pezzi il duetto originalissimo di Calibano e