IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali)
- Empia, va, esci dal luogo santo, io t'abbandono all'impuro fuoco. Forse perdona, forse perdona il Signore a lui, non a te, mai.
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali)
chiasso d'inferno, il terzo musicista tirava razzi dal nero culmine del castello, sul monte Cavedine sorgeva un fantasma velato di luna. Io m'imbarcai
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali)
d'accompagnarmi dal mio amico. Partii subito e arrivai nel pomeriggio del quattro luglio sotto un sole cocente, al ponte delle Sarche. Pochi minuti prima avevo
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del 1846, quando vi era stato invitato dai nobili padroni a mangiare i tordi e fra questi gli si erano imbanditi degli stornelli. Dal viale di
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dal paese dei morti appena giuntovi. Era spirato, alle undici e mezzo; e Bianca si era sentito, prima della mezzanotte, il suo nome strano nel cuore
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, restava lungamente nel suo angolo scuro, lontano dal pianoforte; altrimenti prendeva il caffè e spariva. Si facevano commenti infiniti sulla sua
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, artiglieria in testa. Io tacevo. A un tratto la signora si alzò dal divano, pigliò fra la sua musica un fascicolo dell'Arte antica e moderna di
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, quando Chieco, non avendo altro nelle mani, fece atto di tirarmi la camicia. Fughe, strilli, e risate; restammo soli. Chieco saltò dal letto, corse così