I sogni dell'anarchico
II salotto era molto elegante. Nel caminetto ardevano le legna e crepitavano allegramente. Su di un piccolo tavolo era collocata una bottiglia
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Egli era uscito dalla sua piccola casa dove abitava colla moglie ed una nidiata di figli, e guardava il colle vicino, dai pendii rapidi, scoscesi
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disimpegna i lavori di casa. E' troppo gracile per lavorare. - Non diventerà una contadina a modo - dicono di spesso i genitori, crollando il capo. - Non lo
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Una via polverosa. Egli procede a piedi, stanco, sfinito. Va alla città vicina per chiedere giustizia. La otterrà? Ne è quasi sfiduciato. Eppure la
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denunzia al generale francese e chiedere giustizia. Non camminava sulla strada polverosa, a fianco di una fila interminabile di carri, onusti del
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amore; oppure? oppure? Prorompe in un grido. Ode un rumore di ciabatte ode una voce senile, carezzevole che gli dice: ? Non si agiti! Il medico non lo
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oppure avessero chiesto una perizia medica; che lo avessero sottoposto a lunghi esami minuziosi, a misurazioni di cranio, a studi del suo angolo facciale
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, i capelli sono crespi, la persona grande, forte, bella, tutta nervi e muscoli, una figura regate, un uomo, i! quale sembra chiamato al dominio. Ed
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prepararle alla vendetta, si gettò sul cavallo, gli aprì, col pugnale, una vena al collo, portò le labbra alla ferita e succhiò il sangue caldo
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vedere Roma. la grande ammaliatrice del mondo; ma trasporta una schiera di infelici, i quali vengono inviati a duro lavoro, ad un trattamento disumano
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; tutte cose che vide una volta sola, nel rapido passaggio verso lo stabulum, la prigione. Vide soltanto la folla curiosa che lo guardava, e faceva delle
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a sé. L'ampia stanza, dalle pareti di marmo prezioso, ornate di grandi scudi di bronzo e di oro, era innondata di una luce tepida, che usciva da due
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cingergli il capo della corona di alloro, che si era guadagnata nella Grecia. Uscì di stanza. Passò tra una schiera di senatori, i quali si curvavano
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? Circondati di una guardia di corpo, formata di soli cristiani. Noi ti difenderemo col nostro corpo, col nostro sangue; ci lasceremo ammazzare tutti alla tua
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, l'Apollo novello. Non ne sa che fare del trono. Se lo tengano. Anela glorie maggiori. Quanto soffre! Oh questa ingrata plebe! Avesse l'umanità una festa
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tutte le chiese incominciano a suonare a gran festa. Annunziano che il Verbo si è fatto carne ed abitò tra di noi; annunziano la grande Natività. In una
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che fuggiva terrorizzato, schiacciato dal peso di una sciagura infinita. Quell'uomo era, stramazzato al suolo, estenuato, avanti alla sua casa. Egli lo
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, il rumoreggiar dei torrenti, che gli destavano una nostalgia grande di una patria lontana, della sua. vera patria, che non era ancora la patria
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indifferenza un agnello ed un fanciullo, una donna, un vecchio. Guai a chi si oppone loro, guai a chi non ubbidisce, guai ai prigionieri che non ritengono atti a
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Ma chi sono quei due uomini che si fanno imperterriti avanti, nulla temendo? Vestono una talare di lana bianca, che giunge loro al malleolo, e sulla
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, vergini violate, delitti senza nome, perché questi miei occhi, inariditi dal troppo pianto ed incapaci di più spargere una lagrima, hanno veduto questi
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fare anche il maggior sacrificio per la patria. E Milano risorge. Le sue mura? I nostri petti. Abbiamo costruito una novella città; la vogliamo chiamare
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Natale! Molti non ci pensavano alla nascita del Cristo; non intendevano di solennizzare una festa cristiana; ma pure festeggiavano il Natale, e
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quando si prostra al bacio del sacro piede ed implora dal Vicario di Gesù Cristo una speciale benedizione per Milano, per la compagnia della morte, per
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disagio. - Non è vero! - esclama. - Non è vero! Allunga il braccio e chiude la corrente elettrica. La stanza viene inondata da una luce intensa
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