I sogni dell'anarchico
. Il più anziano gli diede un'occhiata di scherno. ? Vuoi santificare la notte di Natale? domandò. ? Ho promesso di passarla con mia sorella e coi suoi
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signorotto, i suoi amici, i suoi ospiti, agitavano minacciosi i pugni nella direzione del castello, invocavano i fulmini del cielo sopra i brutali, ma tutto
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pagare. E come Napoleone, il gran ladro, cosi i suoi generali, i suoi ufficiali, i suoi soldati; tutti fino all' ultimo uomo. Una mezza compagnia aveva
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pavimento quali fiocchi di neve, e due, quattro, cinque si accapigliano per il possesso della pisside. Egli stenta a prestar fede ai suoi occhi. Gli
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passato; ricorda quelle scene truci; ricordai il modo crudele, nel quale è stato buttato dai suoi; ricorda e freme. La rivoluzione è riuscita? I
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secoli dalla sua fondazione; antica come era; combattuta dia tutte le menti più elette; dimostrata falsa nelle sue dottrine e perniciosa nei suoi
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sparso allora! Egli fremeva della barbara giova al pensiero di quell'eccidio, e gli sembrava di veder scorrere ancora ai suoi piedi, sulla sabbia del
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finita. La cometa era là e gli diceva: Schiavitù o morte! E tutto, tutto: la sua educazione, i suoi fremiti di libertà, la sua condizione di capo, il
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, ha osato aizzare gli altri prigionieri, ha tentato, quando gli hanno permesso di salire sulla tolda, di gettarsi in mare; ha detto ai suoi compagni
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soltanto del loro atteggiamento di fronte alla morte ... Venne la volta di lui; gli tolgono le catene; vuole gettarsi sui suoi carcerieri, ma la sferza
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i suoi grandi trionfi nella Grecia. La festa era stata degna di lui. Quale profusione dei cibi più rari; quanto lusso; e quei regali! Egli aveva
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giochi pazzi, di gladiatori che si ammazzavano sotto i suoi occhi; gli portarono immensi vasi di cristallo, nei quali morivano le triglie più belle
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' un'intiera città che emigra con lui; un esercito di senatori, di patrizi, che lo accompagna; cantanti, numi, gladiatori, liberti, schiavi suoi
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ha tanto beneficato, che ha avuto ai suoi piedi, che lo hanno dichiarato l'amore e la delizia del genere umano, il miglior tra i Cesari. Il senato
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aveva concimato, seminato, lavorato; lo aveva bagnato coi suoi sudori e costretto a dare quanto poteva: pane a sé, ai propri figli. Il suolo, grato
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con amore, offre centuplice frutto. E' quella la terra dei suoi avi; là lavorò il nonno, là il padre, là egli apprese amore al lavoro, alla vita
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Sono venuti. Tutto arde; le fiamme si alzano altissime e divorano il frutto del suo lavoro, dei suoi sudori; le sue messi, le sue biade, i suoi
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croce! La vista del suo Dio crocifisso ne calma lo spavento agitato, porta lenimento ai suoi dolori ed egli esclama: Signore! Come vuoi tu! Pietà! Il
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sua libertà. E' lui, che oppone le su vili creature all'Apostolico; che insulta Cristo e Pietro coi suoi antipapi; che vuole fare a brandelli la veste
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parlava più di bombe, di pugnali, di rivoluzioni. Il tempo passava; tempo perduto, secondo lui. Cercò invano di destare le coscienze dei suoi
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invaso di un grande entusiasmo, di un delirio immenso. Ecco le sue armi; sono velate a nero. Finche Milano non è libera, non è risorta, i suoi figli
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