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I sogni dell'anarchico

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Mioni, Ugo 25 occorrenze

I sogni dell'anarchico

fantastici, e tra fiori e mandarini si arrampicavano certi animali, che non hanno mal figurato nella natura e che erano dovuti alla pazza fantasia di

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, sul quale mani affaccendate costruivano una grande fabbrica. Qualche settimana prima colà non v'erano che quattro alberi ed un po' d'erba, ed ora

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disimpegna i lavori di casa. E' troppo gracile per lavorare. - Non diventerà una contadina a modo - dicono di spesso i genitori, crollando il capo. - Non lo

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come in terra di conquista. Ladri, ladri! Avevano rubato tutto, e quanto non potevano trascinare seco, veniva distrutto. Ricorda le terribili notizie

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Ode un tumulto immenso. Dove si trova? Non più sulla via, che conduceva dalla sua casa, svaligiata dai francesi, alla cittadella, dove voleva porgere

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Rinviene. Soffre indicibilmente; ha tutto il corpo pesto. Apre gli occhi ma non vede nulla. Il buio è fitto. Notte? Ma prova un dolore infinito agli

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un istante che quello fosse stato un sogno, ma poi continuò: - Peccato che non fu che un sogno. Sarei morto la morte dell'eroe. Dell'eroe? Ma il:suo

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uomo il quale cavalca stanco, sfinito, sul suo destriere, stanco, sfinito esso pure. Il cavaliere non ne può più. E' un magnifico esemplare della razza

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, inaridita; gli occhi si spengono; la povera bestia è prossima a morire di stanchezza, d'inedia, di sete. Il capo si desta. Da principio non riesce a

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gran mare, il bacino della civiltà. Vola, ma non trasporta passeggieri, lieti di fare il bei tragitto; felici di andare verso l'Italia, bramosi di

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Non degnò di nessuno sguardo ammirato la dominatrice dell'orbe. Non era sensibile alle sue magnificenze. Anima di scorridore del deserto, il suo

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terra. E' la quarta vigilia duella notte, divino Apollo, rispose. La quarta vigilia. L'alba non era ancora spuntata sul ciclo. Egli si era coricato

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profondamente; non degnò nessuno di uno sguardo; gli schiavi favoriti gli imbandirono la colazione; mangiò molto, beve molto, assisti a danze lascive, a

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Fa il viaggio, con mille vetture; giganteschi carri portano le sue corone, che non vuole abbandonare a Roma, che conduce seco, tanto gli sono care. E

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gli aveva preparato. Vuole difendere le sue corone di alloro. E' solo. Non riesce. I sucri strumenti musicali; la sua cetra. Anche questi gli vengono

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giulivo delle campane supera il sibilare del vento, che per qualche tempo non viene udito, supera il gemito lamentoso delle condutture aeree, e sembra

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per quelle cure, per quei lavori assidui, non si era rifiutato di mantenere l'onesto lavoratore ed egli si era trovato bene'in quel bell'angolo

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non si sapeva nulla: Uno strano fanciullo, cosi diverso dal babbo e dai fratelli; un fanciullo dagli occhi grandi, profondi come il mare, neri come la

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sudicio il volto. Le loro armi sono gigantesche: Lancio, alabarde, bastoni ferrati. Non hanno compassione di nessuno: ammazzano colla stessa

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Tobia. che l'altro, il venerando vegliardo, guida? Il volto del giovanotto gli sembra così noto. Deve averlo veduto altre volte. Ma dove? Lui? No, non

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! Perché il sogno non fu realtà? Comprendo il sogno. Ho sognato incendi e rovine, perché ho veduto incendi e rovine; ho sognato omicidi, catture

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Alessandria, in onore del nostro duce supremo, Alessandria non ha bisogno di mura; e se mura devono essere, la circonderemo di paglia. I nostri petti

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- Vile! mormorò Giovanni Giunti quando l'amico fu uscito. Egli disprezzava tutti questi uomini dalle mezze misure, che non la sapevano rompere a

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Egli lo guarda estatico il carroccio, lo bacia, non sa staccare lo sguardo da lui e poi va da' Alessandro. Il viaggio non gli reca difficoltà. E

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disagio. - Non è vero! - esclama. - Non è vero! Allunga il braccio e chiude la corrente elettrica. La stanza viene inondata da una luce intensa

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