I ragazzi della via Pal
China: ma le prime lettere di ogni frase erano in rosso. Il testo del proclama era il seguente: PROCLAMA TUTTI DEVONO STARE ALL'ERTA. IL NOSTRO REGNO E
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, ma anche gli altri: la fama della guerra si era diffusa in tutta la scuola e perfino i grandi di quarta e quinta s'interessavano alla cosa. Le
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Dio solo sa come fecero, ma i soci della Società dello Stucco alle due e mezza già erano in campo. Barabas veniva direttamente dalla tavola perchè
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. Doveva forse essere qualche gaia canzone ungherese, ma l'organetto l'aveva trasformata in marcia, tutta suoni metallici, alla militare, e la classe
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regali, ma non ne poteva usare. — Il poveretto non mangia; da due giorni possiamo fargli mandar giù appena qualche cucchiaino di latte. Alle tre il sarto
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finestra la pioggia cadere temendo che dovesse abolire la battaglia; ma verso mezzogiorno le nuvole erano sparite ed un bell'azzurro s'era diffuso per
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ammirazione quel cartone. Cionacos che non frequentava il corso di stenografia ma che era venuto egualmente, per curiosità, osservò: — Bisognerebbe aggiungervi
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felicemente e che il presidente dei ragazzi della via Pal aveva restituito la visita alle camicie rosse: ma erano curiosi di conoscere i particolari, le
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facile orientarsi in questo labirinto; ma chi riusciva ad orientarsi sbucava finalmente sopra una piazzetta dove c'era una casupola e questa casupola
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del coraggio. Una voce acuta lo interruppe: — Ce ne sono parecchi! Tutti si guardarono attorno. Franco Ats chiese stupito: — Ma chi ha parlato? Nessuno
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(1,40) e, se occorre, il generalissimo venda dove vuole la tromba, ma ci faccia riavere il denaro che ci occorre. V. — Il presidente della società Paolo
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la propria disapprovazione. Si udivano voci bisbigliare: — Ma parla tu! — Io, no! Tu! — Perchè io? Parla tu! Boka li guardò stupito: — Avreste forse
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