I ragazzi della via Pal
accatastata, e tra i cubi come delle viuzze. Cinquanta o sessanta stradicciuole s'incrociavano tra le oscure e mute cataste di legname e non era cosa
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per la città i profumi delle colline di Buda. Era il più bel tempo che si potesse desiderare per una battaglia. La sabbia ammucchiata nelle fortezze
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. II vento sibilava tra rami rinverditi; era scuro e di fronte all'enorme Orto Botanico, con la misteriosa porta chiusa e col fruscìo strano delle sue
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. Nessuno ebbe più voglia di giocare. Le palle rimasero inoperose nella tasca di Richter che era il guardiano delle palle. I ragazzi camminavano in su e in
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sollevare le lancie. Questo era il saluto militare delle Camicie Rosse. Sulla radura dell'isoletta le Camicie Rosse erano già riunite. Quando Ats giunse
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sentì di doverne sorridere; e qualcuno già atteggiava le proprie labbra a sorriso. Pochi alunni delle prime file fissavano ancora la striscettina
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strategia. Sia come si sia, vogliamo combattere da soli. L'interesse era così vivo che non soltanto gli scolari delle altre classi si offersero, ma
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Società dello Stucco occupava la carica di segretario, s'era strozzata la parola in bocca. Accanto ad una delle cataste di legna aveva intravisto
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tutta intenta a portare la cocca del grembiule agli occhi. — Dici delle sciocchezze, figliuolo mio! — rispose il sarto, schiarendosi la gola — Hm! Hm
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vetrai fissano i vetri nelle intelaiature delle finestre. I vetrai lo spalmano e noi lo grattiamo con le unghie. — E questo l'hai grattato tutto tu
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steccato avrà annunciato l'avvicinarsi delle Camicie Rosse, spalancheranno la porta. — Spalacheranno? — Sì, spalancheranno. Noi non ci rinchiudiamo: noi
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