I ragazzi della via Pal
pallidi i raggi della luna. Il saluto militare era fatto a Franco Ats che attraversava frettoloso il ponte. — Ci sono tutti? — chiese alle guardie. — Sì
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tornò. Era stato in negozio dove aveva preso il lavoro da fare a casa. S'introdusse pian piano in cucina e non chiese nulla alla moglie. La guardò
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scuola a questa vittoria. — Che avete tutti stamane? — chiese impaziente il professor Raz. Siete nervosi, distratti! Pensate chissà a che! Ma non andava
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piena di finestroni, di solito tranquilla e deserta. Tutti avevano fretta. — Siete in castigo? — chiese un ragazzo al gruppetto che attendeva in
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vigliacco! — Approvato! — disse in coro l'assemblea. Colnai anzi ribattè: — Traditore! Richter chiese agitato la parola: — Propongo che il vile
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finiscano una volta per sempre. Chi è in lite deve far la pace. Soltanto cosi si può far la guerra sul serio. Si fece silenzio. — Ebbene? — chiese il
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sarebbe finita. Il professore girò uno sguardo mite e interrogativo su tutta la scolaresca e chiese stupito: — Che c'è? Seguì un gran silenzio. Un silenzio
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abbracciò, lo baciò. Poi si mise a ballare con lui. L'aiutante non ne capiva nulla. Gli chiese preoccupato: — Che c'è? Che c'è? Boka indicò verso la direzione
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le rovine — spiegò Boka — Bisogna stare attenti perchè ho sentito dire che le camicie rosse vengono anche qui.. — Che castello è questo? — chiese
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continuava ad abbaiare. — Cosa c'è? — chiese il biondino al cane, perchè bisogna sapere che il biondino era molto amico del cane nero, forse perchè
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dell'armata C sarà Richter; di quella D Colnai. Una voce interruppe: — E perchè Colnai e non io? — Chi parla? — chiese severamente Boka. Barabas si fece
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