I ragazzi della via Pal
felicemente e che il presidente dei ragazzi della via Pal aveva restituito la visita alle camicie rosse: ma erano curiosi di conoscere i particolari, le
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tutto il cielo. Alle tredici il sole aveva già asciugato le strade ed all'uscita di scuola la temperatura era tiepida e un lieve venticello portava
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offesa, le avrei portato qualche dolce... La donnina bionda che apriva la porta e che aveva gli occhi rossi di pianto, ringraziava tutti dei bei
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che, al suo ingresso già era stato investito dall'amico ed aveva reagito alla meglio, era del parere che la Società dovesse venir continuata malgrado
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. Doveva forse essere qualche gaia canzone ungherese, ma l'organetto l'aveva trasformata in marcia, tutta suoni metallici, alla militare, e la classe
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eravamo sul campo. Chi ha paura non viene con me. Ma nessuno aveva paura. Anzi Nemeciech volle dimostrare prontamente il suo coraggio: era evidente che
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cataste più alte v'eran castelli e fortezze: in che punto bisognasse costruire le fortezze l'aveva stabilito Boka; ma poi le fortezze erano state erette da
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più in là. Si accontentava di notare che la scolaresca aveva una giornata inquieta. Disse: — Capisco! La primavera! La palla! Le biglie! Non vi piace
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. Il cartello era un proclama che Boka aveva scritto sacrificando una notte di riposo. Era dipinto a grandi caratteri stampatello, con inchiostro di
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-verde che il signor Comandante aveva catturato in via Pal. II comandante corrugò la fronte. — Nessuna arma manca? — No, signor comandante. Come capo
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un'offesa personale alla Società. E si vergognavano che in guerra un posto così importante venisse affidato a uno che l'assemblea aveva proclamato
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