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hanno raccontato Ia storia del Gigante Zucca: io penso che fosse invece il Gigante Popone. Senti, Mario. Un tempo, presso un paese come il nostro, ma
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giuggiole per sè. Allora i fanciulli, stizziti, chiesero aiuto alla nonna. Amalindo però si scusò: -Essi leticavano ed io ho prese le giuggiole e me le
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freddo. Ma io credo che non voglia farsi vedere da meno dei compagni più spavaldi e non voglia perdere il mantello quando giuoca tornando dalla scuola
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governa me che ti fui affidato dalla pietà celeste. Così sia». Chicchi, mezzo addormentato, dice degli strafalcioni e gli altri bambini ridono; però io
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desideri. Vuoi tu venire dunque con me? Io sono l'Angelo dei fanciulli buoni. Vengo subito - rispose il ciechino, e prese la mano dell'Angelo che lo
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disse con indifferenza: - Nonnino, grazie, ma ne ho tante di bambole io, tante e cosi belle, vedessi!. - Che dolore per il povero vecchio! Tacque, ma
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chiese: - Di dove vieni? Ella Io guardò un momento, poi rispose: - Non so. - E allora dove vai? - Ma la bambina scosse il capo e disse ancora: - Non so
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io a volerle punire? - E allora depone la bacchetta in un angolo e va invece a fare una carezza alla povera Morella.
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olmo che non aveva nulla da fare e pensò di offrirsi come sostegno alla vicina. L'olmo disse: - Giacchè io non riesco a fare l'uva è meglio che
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tasca? Io mi fido poco, perciò sta' sicuro che appena vedo l'uomo volo via senza aspettare che si chini per terra. - Si dice che il passero sia più furbo
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io!». I ragazzi allora gettano un fischio e il povero tacchino sembra andare in collera. La sua testa a bitorzoli bluastri, s'accende, diventa di
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, ed egli comincia con Maria: -Perché stai lì dritta? -Dritta io? Non sono la superbia.- Tutti ridono e Giorgio pensa: -È «la superbia».- Poi domanda a
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. «Siate buoni ed io vi assisterò sempre». Noi ogni anno nel dì di Pasqua, festeggiamo la Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.
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. - Che vergogna! - Tutti sono prepotenti con me ed io non posso difendermi. - Se questo è, chiedi ciò che vuoi e l'avrai. - Vorrei due belle corna
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mi ha sempre detto che i ragazzi devono aver coraggio. E poi io sono nei Balilla. -
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- io vorrei essere impiccato a una pianta di fragole. Tutti i compagni di Sèrafo si misero a ridere, e voi capite perchè.
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