I mariti
- Ma dar moglie ad un ragazzo di venti anni?... Lo prevedevo! Lo prevedevo!
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I mariti
- Provate pure con chi vi pare e piaccia, mamma, ma gli uomini son tutti ad un modo; non mette conto escluderne nessuno; io li metterei tutti in un
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(ad Emma):
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- Già, mio cugino... Ma non ha potuto salire da voi, perchè alle tre doveva andare, con gli altri ufficiali del Reggimento, ad augurare il buon
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- (ad Emma)
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- (sottovoce ad Alfredo)
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- Ma voi non sapete la poesia che c'è in una boccata di fumo. Domandatene ad Enrico di Riverbella, che è marinaio.
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(Va ad abbracciare Sofia che si ritira indietro)
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I mariti
- (offrendo la mano ad Emma)
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I mariti
- (sottovoce ad Emma con vivo accento di rimprovero)
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- (sottovoce ad Emma)
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- (stringendo la mano ad Emma)
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- Ad ogni momento gli scopro qualche cosa di brutto; una volta negli occhi, un'altra nella bocca; stamane, per la più corta, m'è parso ch'egli avesse
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(Ad Emma)
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(Saluta e va via appoggiandosi al braccio del Barone e andando come ad un supplizio).
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- Ma guardate, guardate se non c'è da far scappar la pazienza ad un santo! Oh, i mariti! obbrobrio dell'umanità!
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GIULIA e la Baronessa RITA, che, col cappello in testa, pronta ad uscire, scrive in fretta un biglietto.
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- Egli conduce sua moglie a Castelletto, ad una partita di piacere, in mezzo ad una compagnia di giovinastri e di certe donne, fra le quali l'Amelia
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- All'Amelia Gioiosi; e così ho dato scacco matto ad Ernesto di Rogheredi.
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- Oh, venga un Nazzareno ad evocare questo Lazzaro dalla tomba!
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ad un cadavere, pesa, anche esso, nella bilancia!
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- No, perchè non vorrei espormi ad una seconda sconfitta.
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- Hai fatto bene, molto bene ad avvisarmene!
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- Ad incontrare quelli che vengono.
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- Auff! Ti voglio avvezzare ad essere coraggiosa... Lasciami andare...
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- E uno spasimante come voi, che, oltre ad amar lei, ama gratis la signora Amelia Gioiosi.
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- Ah, voi volete trascinarmi per forza ad un duello? Ebbene, domando io sodisfazione a voi delle ultime parole: io amerei gratis la signora Gioiosi
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- Io visionario? Visionario, quando l'ho vista io, coi miei occhi, entrare in carrozza; quando, ad ogni momento, mi pareva di raggiungerla
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- Non so se Giulia può in questo momento: c'è la Baronessa d'Isola, che parte, ed è venuta ad accomiatarsi...
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- Poche parole, Marchese: quando vi concessi in moglie mia figlia, credei di darla ad un uomo ben nato; ma, purtroppo, m'ingannai...
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Chi manca fino a tal punto di rispetto ad una donna del mio sangue, ad una mia figlia, rende a me tutti i diritti che avevo una volta su lei. La
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- Ed ecco uno dei gentiluomini del giorno! Ma che sarà dunque la plebe? Domandate, domandate, oggi giorno, ad una moglie, quale sia l'uomo più
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- Non cercate di darmela ad intendere! Si pesta un piede, ed ecco la causa del duello; però, il pubblico fiuta la vera causa... È inutile! non
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preteso si redigesse ad ogni costo. A voi, mio buon Duca!
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(Seggono. Egli torna ad occuparsi delle carte)
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- No, andiamoci; solamente, io dovrò venire a Napoli all'alba, e ritornerò col treno delle quattro sino ad Angri...
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- Ma sì, che mi farà bene l'alzarmi presto! Poi verrò col mio lavoro ad aspettarti al Poggio: la carrozza t'attende alla stazione; passando, mi pigli
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Il cavaliere Ernesto di Rogheredi... Non lo facciamo osservare ad Emma.
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. Finalmente il pubblico italiano potrà abbandonarsi ad un entusiasmo espansivo senza che vi si mescolino nè il patriottismo malinteso, nè il meschino
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involontariamente la fantasia ad immaginare quest'estesa fuga di pianure, quel succedersi di valli e di montagne che si trovano nel mezzo. Quel poco basta
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Ma fermiamoci ad una sola figura, la baronessa d'Isola; ad un sol gruppo, Fabio Regoli ed Emma. La baronessa d'Isola è una figura grandiosa. Sin dal
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gaiezza sforzata, nella frequenza dei sorrisi vi è tale splendore sinistro che mostrano subito come quell'anima viva in preda ad un dolore che dovrebbe
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