I PREDONI DEL SAHARA
poche belve." "E Ben! E Rocco! Che siano stati divorati?" si chiese il marchese. "Si vedrebbero altre macchie di sangue o qualche brandello delle loro
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fuoco, prima di raggiungere la carovana?" "No, aspettiamo, mio bravo sardo," rispose il marchese. "Quantunque quei Tuareg siano i più crudeli bricconi
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rinchiusi." "Gran Dio! ... e mio fratello ... e gli altri? ... " "Non so dove siano. Probabilmente non hanno lasciato il loro ricovero, perché il
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galleria che è molto bassa. Dove conduca io non lo so; però mi pare che vi siano colà maggiori probabilità di trovare un'uscita anziché rimanere qui
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sultano." "E il marchese? E Ben?" gridò Esther, con un singhiozzo straziante. "Temo, signora, che siano perduti," rispose El-Haggar con voce triste
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disseminate nel grande deserto. "Sembra che siano fuggiti dal Marocco durante l'invasione araba per non abbracciare il Corano." "E che cosa fanno nel
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dalla sua spaventosa magrezza, quantunque i marabutti siano più o meno tutti patiti a causa dei lunghi viaggi che intraprendono e anche dei lunghi
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più vicini di quanto crediamo. Ho udito un leggero fischio risuonare a poca distanza." "Anch'io," disse Rocco. "Che siano i rapitori, od altri
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. "Conosco parecchi capi Tuareg e se volessi potrei avere anche mille predoni prima che siano trascorse dodici ore." "Signora, siete giunta qui con una
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," rispose El-Haggar. "Tu vuoi dire?" "Che non è stato uno di quegli animali a mandar questo urlo." "Che vi siano dei negri nascosti nella foresta
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vie che conducono al Niger siano tutte coperte di ossa di uomini e d'animali. "Non è raro che una carovana intiera venga coperta dalle sabbie e
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tutti i nostri fucili? Siamo in otto, e anche ammesso che i beduini ed El-Melah non siano valenti bersaglieri, si potrebbe infliggere una buona lezione a
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." "Che siano quelli che ci hanno dato la caccia?" disse El-Haggar. "Lo suppongo, ma sono cresciuti di numero. Devono essere per lo meno una trentina
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distrattamente. "Con Ben vado ad assicurarmi chi siano. Tu, El-Melah, non lascerai Esther durante la mia assenza e aspetterai il ritorno dei beduini
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sacramentale "Salem-alek [la pace sia con voi]." "Mio vecchio Hassan," disse Ben Nartico, baciandogli la mano, "ti conduco dei miei amici." "Siano i
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cannone siano un segnale per le autorità di Kabra," disse il marchese, aggrottando la fronte. "Che c'impediscano d'imbarcarci?" chiese Ben. "Marchese, non
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molto oscura," insistette il sardo. "La vedrebbe anche un cieco." "Dubito che siano vapori acquei," disse Ben Nartico, il quale la osservava attentamente
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essersi dissetato abbondantemente. "No, signore," rispose El-Haggar. "Credi che i Tuareg si siano allontanati?" "Lo suppongo, signore. Devono aver
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?" chiese il marchese. "Sì, signore," rispose El-Haggar. "Il canale di Kabra è terminato." "Ed i kissuri?" "Non so dove siano andati. Temevo che ci
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necessari?" "Una mezza dozzina e due cavalli." "Vi basteranno due uomini?" "Sì, purché siano solidi." "Non dubitate; voi sarete pienamente
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." "Che appartengano a qualche carovana proveniente dalle regioni meridionali?" "O che siano i nostri Tuareg? Possono averci preceduti e senza difficoltà
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vampe terribili. Che ci siano dei vulcani qui sotto?" "Il Sahara non ne ha nemmeno uno, mio bravo Rocco." "Ditemi, signor marchese, che il Sahara sia
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, marchese. Il negro deve portare il montone al palazzo del sultano e giungervi prima che le carni si siano raffreddate, meglio poi se saranno ancora
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lontananza due scariche di moschetteria. "Demonio!" esclamò il marchese, trasalendo. "Che siano i kissuri che tornano? Presto, Rocco! Presto, Ben
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Tuareg che avevano lasciato l'oasi qualche ora prima e che ormai parevano scomparsi. "Sembra che siano molto frettolosi di giungere a Tombuctu," disse
Accademia della crusca
