I PREDONI DEL SAHARA
promesso al marchese di recarsi da Esther per avvertirla dell'esito della spedizione, desiderava vedere subito la giovane. "Sarà un colpo terribile
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scavo e si sforzava di allargarlo, facendo crollare le sabbie. Il marchese, il moro e la giovane puntarono rapidamente le armi mirando quella testa
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," rispose il giovane, dopo una breve esitazione. "Siete anzi un algerino." "No, v'ingannate; sono del Tuat," rispose il giovane con vivacità. "Sono stati
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ancora," disse rabbrividendo, "e le sabbie forse continuano ad accumularsi dinanzi a questo rifugio." S'avvicinò ad Esther. La giovane dormiva ancora
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, lasciandosi sferzare il viso dai lunghi e neri capelli della giovane che il vento aveva sciolto e che gli si attorcigliavano al collo. Ad un tratto
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giovane lo comprese e sorrise, mentre una viva fiamma le animava gli sguardi. "No, non è possibile," esclamò poi abbassando gli occhi. "Sarebbe un sogno
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, disgraziatamente aveva da lottare con un giovane agile come una scimmia e dotato d'una muscolatura poderosa. Appena rizzatosi sulle ginocchia era ricaduto e così
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anni, aiutò la giovane a scendere da cavallo, mentre due schiavi negri recavano dei vassoi colmi di frutta, di pezzi di zucchero e di aranci, importati
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fuoco alla signorina Esther, ed a voi, Ben." "Grazie, marchese," rispose la giovane ebrea. "Cercherò di non mancare la belva." "Silenzio," disse Nartico
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, poco ciarliero come la maggior parte dei suoi compatrioti, non aveva ancora rivolto alla giovane una sola parola, però mostrava verso di essa un
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costume delle donne ebree. Era una giovane di sedici o diciott'anni, d'una bellezza straordinaria, alta e slanciata senza che si potesse dire magra, dal
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scoperto, si era gettato da un lato, rifugiandosi sotto la volta d'un portone. Era un giovane di venticinque o ventisei anni, di statura slanciata e
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-Haggar. "Signorina Esther," chiese il marchese, volgendosi verso la giovane ebrea, "avete bisogno di qualche giorno di riposo?" "No, marchese
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, Esther. Dovete soffrire più di noi." "La razione mi è stata sufficiente, marchese," rispose la giovane, con voce commossa. "No, mi sembrerebbe di
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, signorina!" esclamò il marchese, guardandola con ammirazione. "E perché no?" chiese la giovane, con voce tranquilla. "So maneggiare il fucile quanto
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cosa avete?" chiese Ben, con ansietà. "Esther!" "Dov'è?" "Guardatela, Ben," disse il marchese con voce commossa, lasciandogli il posto. La giovane ebrea
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vaso di conserva di datteri squisitissimi ed alcune focacce di farina. "Marchese," disse ad un tratto la giovane, nel momento in cui El-Haggar serviva il
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colazione, Ben, il marchese, Rocco, El-Haggar ed El- Melati, lasciavano la casa per recarsi all'appuntamento. La coraggiosa giovane avrebbe desiderato
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irresistibile rovesciarono il cancello e si slanciarono nel giardino, gridando: "Esther!" "Sorella!" La giovane ebrea, udendo quelle grida, aveva fatto
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uomini pronuncino la sacra formula, e che Dio li danni se m'ingannano." "Signora," disse uno dei quattro Tuareg, inchinandosi davanti alla giovane
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negri. Il fuoco accelerato del marchese, di Ben e della giovane ebrea, diventava più terribile a mano a mano che la distanza scemava. I negri cadevano in
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-Haggar trasportò le casse nella scialuppa. "Presto, Esther," disse Ben. "Eccomi," rispose la giovane, balzando nella barca, mentre i due battellieri
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avete paura, è vero?" "No, signore, ve lo giuro. Mi rincresce per voi ... e per mia sorella," disse il giovane con un sospiro. "Ah! Voi avete una
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i quali la bestia, colpita dalla piccola carabina della giovane ebrea, era caduta. L'animale si trovava ancora al medesimo posto e, come avevano
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non gli dirai che è il fratello della giovane," disse El-Melah, con tono quasi minaccioso. "Mi accontenterò d'intascare il prezzo del tradimento
Accademia della crusca
