I PREDONI DEL SAHARA
anni, è uno dei più grandi fiumi del continente africano. Se non può gareggiare col Nilo, certo può stare a fronte, pel volume delle sue acque e per
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eserciti forse non otterrebbero. Col gruzzolo in tasca allora tornano nel Marocco, ne trattengono la parte più grossa e consegnano il rimanente al sultano
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, come aveva promesso, lo aspettava sdraiato sotto una tettoia, col cibuc in bocca ed una tazza di caffè dinanzi. Alcuni dei suoi uomini stavano
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suoi compagni, mentre stavano sorbendo il caffè sotto la tenda, videro comparire El- Haggar col volto abbuiato e sconvolto. "Signori," disse con un
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, col bellissimo capo sempre posato sul braccio destro ripiegato, le labbra schiuse ad un adorabile sorriso che metteva a nudo i suoi dentini
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avrebbero certo trovato di che cibarsi. Il suo proprietario, un vecchio arabo, dalla lunga barba bianca, che contrastava vivamente col lungo caic di
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a mostrarsi esigenti e ad assumere un contegno minaccioso. Si erano messi d'accordo col tunisino per spogliarla. "Resi arditi dalla complicità di quel
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d'incontrarsi col marchese, poi riprendeva la marcia più rapido. Mezz'ora dopo giungeva dinanzi all'abitazione dell'ebreo. Il cancello del giardino era aperto, e
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confondendosi col fiammeggiante orizzonte, ma non era una pianura liscia, era invece un continuo succedersi di gibbosità sabbiose, disposte in mille
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scambiato alcune parole col capo della scorta, si avvicinò al marchese, dicendogli "Salam-alek [la pace sia con te]. Io sono El-Haggar." "L'uomo che il
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lana, armati di lunghi fucili ancora a miccia col calcio intarsiato in argento e madreperla; abitanti del deserto magri come aringhe, tutti nervi
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Sartena. "Nella campagna della Kabilia ho mangiato le cose più strane e col miglior appetito." Un negro era intanto entrato portando, appeso ad un
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da parte di chicchessia, mio caro El- Haggar. Il deserto appartiene a tutti e chi vorrà impedirmi d'attraversarlo avrà a che fare col mio fucile
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scrupolo alcuno a mettersi in lotta col sultano, purché non si risparmi l'oro." "Ma quale progetto avete voi?" chiese El-Haggar. "Di strappare i
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lugubre urlo dello sciacallo. "Sono frecce," disse El-Haggar. "Abbassate la testa!" Il marchese invece di curvarsi si era alzato col fucile in mano
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sparato da Esther. "Tuoni dell'Argentaro!" esclamò il marchese, rialzandosi prontamente col fucile in pugno. A quel grido una voce a lui ben nota, che
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Ben Nartico, vestiti da arabi, con bianchi caic ed i caffettani variopinti ed infioccati, precedevano la carovana insieme col moro che aveva la
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cavallo." Gettò uno sguardo furioso sui Tuareg. Il predone che gli aveva mandato quella palla stava ritto sul suo mehari, col fucile fumante ancora
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, balzando come palle di gomma e urlando a piena gola. Sono dei cercopitechi verdi, non più alti di mezzo metro, col pelame verdognolo ed i musi adorni di
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l'arabo?" gli chiese il marchese. Il negro fece col capo un cenno affermativo. "Allora ti avverto che al primo grido che mandi, ti fucilo come un cane. Mi
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non aveva perduto il suo sangue freddo. Quantunque intontito dal rovinio delle casse, si era prontamente rialzato col fucile in mano. "A me!" gridò
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tutta la purezza l'antico tipo semitico. Quel giovane, vedendosi piombare addosso i fanatici, si era levato dalla cintura un pugnale ed una pistola col
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fermò guardandolo attentamente, quasi con diffidenza. Era un uomo di sessanta e forse più anni, col volto rugoso ed incartapecorito, il naso ricurvo
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, A mezzanotte, El-Haggar, come gli era stato ordinato, suonò la sveglia col suo corno d'avorio, e mezz'ora dopo la carovana riprendeva le mosse
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il muezzin, col viso volto alla Mecca, lanciava nello spazio la preghiera mattutina: "Allah, Allah, russol Allah ... [Dio è Dio e non v'è altro Dio
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centrale, dalle oasi di Argan e di Birel-Deheb." Nartico scambiò col marchese un rapido sguardo che voleva significare "Quest'uomo può essere prezioso
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. "Mi hai compreso?" Gli levò le due pistole che aveva alla cintura, due armi ad acciarino, lunghissime, col calcio intarsiato in argento, e ne diede
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aveva sorpresa in mezzo ad un cespuglio e uccisa col calcio del fucile. "Nessuno?" chiese Esther, appena li vide. "La foresta è disabitata," rispose il
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signorina Esther." Il sahariano fece col capo un segno affermativo e aizzò il mehari. Verso il tramonto, dopo una corsa furiosa di otto ore, El-Haggar