I PREDONI DEL SAHARA
avventure più o meno pericolose. A quindici anni aveva già attraversato due volte l'Oceano Atlantico credendo di trovare ancora gli eroi di Cooper e di
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sotto la finestra, volendo che salisse prima l'arabo. "Monta," gli aveva detto. "Io sarò l'ultimo." "No," aveva risposto la guida. "Io rimarrò qui in
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una viva commozione per le liete novelle recate, interrogò lungamente il traditore sulla sorte toccata al colonnello. El-Melah aveva già preparato la
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aveva udito il loro dialogo. "Con un pugno lo accoppo." "Non ammazzarlo. Ci occorre vivo per sapere dove hanno condotto Esther. M'immagino che ci sia
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giunte delle antilopi che il simun aveva cacciato dalle dune. I leoni però, forse molto spaventati dalla furia crescente dell'uragano, si erano
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pezzo enorme da Rocco, bravo cuoco quanto abile cacciatore. Il marchese vi aveva aggiunto alcune scatole di prosciutto ed una bottiglia, ed Esther un
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di sapere in quale fossero entrati essendovene altri tre lungo l'enorme parete rocciosa. "Cerchiamo innanzi tutto il mehari," aveva detto il marchese
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non doversi trovare più dinanzi al marchese, né all'erculeo Rocco, si era subito diretto verso la piazza del mercato dove, come Amr aveva promesso
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aveva fiutato il pericolo e diventava prudentissimo, specialmente ora che camminava su quello spazio sgombro d'alberi e di cespugli. "Dal suo modo di
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L'indomani, quando il marchese uscì dalla tenda, trovò l'uomo che aveva strappato miracolosamente alla morte, seduto sulla sella d'un cammello, cogli
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ancora la giovine. Gli era sembrato di udire un profondo sospiro. "Esther!" chiamò. La giovane aveva aperto gli occhi e stava per alzarsi. "Dove sono io
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fucile che era già carico. "Prendi, miscredente." Aveva appena terminato la minaccia che anche il quarto corridore cadeva al suolo, dimenando
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momento, il grido si ripeté più distinto. Quella voce aveva urlato in lingua araba: "Aiuto! Aiuto!" "Laggiù si ammazza qualcuno," disse il marchese
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ben gonfia che gli aveva dato l'ebreo. "La dividerete fra i vostri soldati, eccellenza," disse. "Non dubitate," rispose il marocchino, nascondendola
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larghi chiodi di ferro e grosse cerniere di acciaio. Intorno aveva delle lamine di rame di notevole spessore. "Saremo costretti a far saltare la serratura
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sabbie cominciano a turbinare. Io rimango a custodia del rimanente della carovana." La nube aveva coperto il cielo e nel suo seno si udivano dei fragori
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, regnava in quell'immenso carnaio che l'ardente sole del Sahara aveva già cominciato a decomporre. "Che cosa è successo qui?" chiese il marchese, con voce
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Mentre il marchese ed i suoi compagni facevano i loro progetti, El-Melah aveva lasciato inosservato l'abitazione dell'ebreo, dirigendosi
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cominciavano a scemare con spaventosa rapidità e scovare El-Abiod. Aveva però rinunciato, dopo alcuni giorni, alle marce diurne, quantunque gli accampamenti
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era stato infisso solidamente al suolo, poi senza alcuno sforzo lo trasportò fino alla porta, che fu chiusa fino a metà altezza. L'ebreo vi aveva
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Ben Nartico, vestiti da arabi, con bianchi caic ed i caffettani variopinti ed infioccati, precedevano la carovana insieme col moro che aveva la
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fellata dalla lunga barba bianca, la pelle color della crosta di pane, li aveva accolti con una gentilezza che stonava coi lineamenti duri e lo sguardo
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divora." Mentre s'inoltravano nell'oasi, i Tuareg, saliti sui loro mehari, uscivano dalla parte opposta dirigendosi verso l'est. L'oasi non aveva che
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." "Ancora lui;" "Ma è morto, ve l'assicuro!" Rocco si era curvato su quella massa e l'aveva voltata per guardarla bene. Era proprio il negro che li aveva
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marabutto, raccolto morente, aveva intrapreso il suo viaggio con le funzioni di capo religioso e di esattore. Spinto però o da vero zelo religioso o da
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La casa del vecchio ebreo non era già una meschina costruzione, come appariva all'esterno. Aveva un elegante cortile con chioschi di purissimo stile
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sulle pietre dei sottostanti fossati. Tafilelt, al pari di tutte le altre città del Marocco, aveva i suoi santoni ed i suoi fanatici, che attendevano
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aveva fatto sdraiare Esther fra i forzieri onde metterla al riparo dalle palle, poi si era collocato a prora dinanzi ad una cassa di cartucce aperta
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presso la sua tribù?" "Alcuni giorni," rispose El-Melah con impazienza. "A te aveva detto che se ne andava al nord, quando lasciò i pozzi di Marabuti
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Nartico, non era veramente arabo, ma aveva adottato gli usi e i costumi degli arabi al pari di tutti gli ebrei che vivono al sud del Marocco. Era pastore
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avevano udito parlare, sia marocchini che algerini, ma nessuno aveva udito narrare che i Tuareg l'avessero condotto a Tombuctu. "Che cosa ne pensate, Ben
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!" Aveva udito una porta aprirsi, poi chiudersi senza fare rumore. I tre fuggiaschi si abbassarono presso il parapetto, impugnando le loro armi
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. Verso le sei del mattino, la carovana, diminuita d'un asino e d'un cammello, lasciava il campo per scendere verso il deserto. Il marchese aveva fatto
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che si era impegnata nello stretto passaggio che serviva di comunicazione fra la piccola cala ed il fiume. "Ben," disse il marchese, il quale aveva
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aveva preso parte alla prima spedizione, nel 1831 risale a sua volta il Niger, e colpito da una palla sparatagli contro da un negro sconosciuto, muore
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marce nel deserto. Il marchese si era provato a cantare un'arietta natia, ma aveva presto cessato giacché la polvere impalpabile gli entrava fra le
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puntando le lance. Il marchese, che aveva subito ricaricato l'arma, ne fulminò uno quasi a bruciapelo, mentre Ben ed Esther facevano cadere due altri
Accademia della crusca
