I PIRATI DELLA MALESIA
intera della città, che non aveva mai perdonato al fuggiasco rajah la sua origine europea, malgrado i grandi miglioramenti introdotti da quell'uomo
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capitano Sandokan. - Chi è questo Sandokan? - Per Bacco! La Tigre della Malesia. - E voi mi condurrete da quell'uomo? - Certo, mio caro, e sarà lieto di
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quell'istesso istante veniva bussato. - Chi è? - chiese egli con viva ansietà. - Il rajah vi aspetta nel suo gabinetto - disse una voce. Yanez si sentì un
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visto, avrebbe detto che quell'uomo era stato ucciso da un potente veleno. - Padron mio! - ripeté Kammamuri curvandosi su di lui. - È proprio vero
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violentemente gli indiani, se lo strinse al petto con frenesia. Eppure quell'uomo era la Tigre della Malesia, era il feroce capo dei pirati di Mompracem che
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strangolatori nel tuo paese. - Dite davvero? - Guarda laggiù, dritto al bompresso. Che cosa vedi? - Un'isola. - Bene, quell'isola è un nido di pirati. - Come
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. - Vi interessa molto quell'individuo? - Assai, James Brooke. - Non avete torto. - L'avete fatto prigioniero? - Sì. - Lo sospettavo. E quando? - Questa
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dayaca e fate un giro di danza. - Con questa musica è impossibile, Altezza. - Ne convengo - disse il rajah ridendo. In quell'istante verso la porta
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conoscete quella terra? - Credo di sì. Fa scuro ancora, ma le scogliere che la cingono da tutte le parti mi fanno sospettare che quell'isola sia
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per un istante con sguardo malinconico, poi sparve. Tremal-Naik fu così vivamente toccato da quell'apparizione che arse d'amore per la fanciulla
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mezzo sgangherata, sormontata da un piccolo gaviale dorato, emblema dei sultani di Sarawak. Il rivale di James Brooke non aveva in quell'epoca che
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possiede il coraggio del leone e la ferocia della tigre, che guida una banda di pirati che di nulla ha paura. Quell'uomo tre giorni or sono gettava
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e il dayaco presentarono le armi. - Quell'uomo è al vostro servizio, milord? - chiese l'indiano indicando Kammamuri. - No - rispose Yanez. - L'ho
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! ... - ripeté Tremal-Naik precipitandosi alle ginocchia di lei. La vergine della pagoda, alla vista di quell'uomo che le tendeva le mani con gesto supplicante
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, col viso abbronzato dal sole dei tropici ed una lunga barba bianca, entrò a lenti passi. Yanez non seppe frenare un grido. quell'uomo L'aveva subito
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capannuccia di foglie che sorgeva sulla sponda sinistra. - Quell'uomo accompagnò il prigioniero. - Quando potrò vedere quel pescatore? - Ora si trova a
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Kutsching, la seconda cittadina per importanza del reame di Sarawak. A quell'epoca si componeva di un centinaio di capanne piantate su pali, quasi tutte
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una sigaretta e si mise a passeggiare sul ponte. Il maharatto notò che quell'uomo, di solito così ilare, era diventato triste. - Forse sono i ricordi
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avete saputo nulla? - Nulla, per ora. - Che sia qui? - Potrebbe darsi. - Avete paura di lui? - Forse, e ... - Alto là - gridò in quell'istante una voce
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il maharatto. - Bisogna agire e presto. Pensate che fra quaranta giorni Sandokan verrà condotto in India e che se quell'uomo non è qui, forse nemmeno
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giorni delira. In quell'istante la pazza si volse, dirigendosi a lenti passi verso la porta. Kammamuri, Yanez e Sandokan, il quale si era rimesso dalla
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furia di quell'assalto. In un baleno le navi sono circondate da quei numerosi legni montati dai più intrepidi scorridori del mare della Malesia
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trascorsi da quell'epoca funesta ben cinque anni. - Ebbene, signori, seguitemi - disse Sandokan. Fece loro varcare la palizzata e li condusse nella
Accademia della crusca
