I PESCATORI DI BALENE
gli orecchi. Nessuno rispose alla sua chiamata. - Mi sono senza dubbio ingannato - mormorò. - Io solo sono stato strappato dalla tolda del "Danebrog
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, e il rampone di cui oggi mi servo si trasmette di padre in figlio. - E chi lo adoperò per primo? - Mio nonno Erico Koninson, il quale lo ebbe in
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completamente. - Hai nulla di guasto? - chiese poi il tenente. - Non mi pare - rispose Koninson. - Ma, se rimaniamo qui una sola mezz'ora, mi guasterò tutto
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lasciò scritto Behring. - Allora possiamo arrischiare due colpi di carabina. - Lo credo, Koninson, tanto più che non mi dispiacerebbe un bell'arrosto di
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questa costa non mi sembra migliore! - disse Koninson. - Credevi forse di riposare in un soffice letto stasera? - chiese il tenente ridendo. - No, ma
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glielo strofinò energicamente. Dopo questo segno di amicizia riprese: - Se mio fratello non teme l'ospitalità dei Tanana, mi segua: avrà una tenda
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tende che si appoggiava ad un bosco e dalle cui cime coniche uscivano delle nuvolette di fumo - Ecco l'accampamento - disse il fiociniere. - Ma mi sembra
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trentina di miglia dalle coste. Mi sorprende però di trovarli qui, su questo fiume. - E perchè, Koninson? - Mi hanno detto che gli orsi bianchi non
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sempre! - disse il capitano. - Infatti non mi sembra che abbia sofferto; non ha fatto altro che sollevarsi un pò. - Speriamo che continui, se i ghiacci
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bacco! Mi par di essere un uccello preso col vischio. Largo! Largo! Si mise a spazzare la neve colle mani e dopo qualche minuto scorse un braccio che
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, sollevandola violentemente minacciavano di disarticolare il vascello. - Che ci sia una falla? - chiese il tenente, - Lo temo! - rispose Weimar - Mi pare
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settimana in questa dannata capanna, mi si arrugginiranno le gambe al punto da non poter più servirmene. E sarà lunga la via che dovremo percorrere
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, fiociniere. - E perchè? - Per il semplice motivo che l'acqua, congelandosi, cresce di volume. Mi ricordo d'aver veduto una palla di ferro che era stata
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perduto non mi sarei più consolato. - Ed ora andiamo? ... . - Sulle coste della Giorgia, tenente. Faremo una rapida campagna, poi torneremo a sud. - Con
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. - Vivessi mille anni mi ricorderò sempre di questa disgraziata campagna. - Non parliamone, amico mio, e partiamo. - Avete ragione, signor Hostrup. È meglio
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giovanotto, sforzandosi di sembrare calmo. - Aspetto solo che il mostro ricompaia per piantargli nelle costole il mio rampone, e Dio mi danni se non gli farò
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incaricati di vegliare sull'accampamento, non quel russare che indica la vicinanza di uomini che dormono. - Hum! - esclamò. - Spira una cert'aria che non mi
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! Sono lupi! - disse. - Ma mi sembrano molti. - Abbiamo i nostri fucili, ragazzo mio. - Non ci assaliranno? - Forse, ma noi li respingeremo. Entriamo
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; mi sento assai forte in questo momento, - Tu preparerai i materiali e io costruirò. Vieni, amico mio, che forse abbiamo tardato anche troppo. Si
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mi trovavo nella baia Smith quando fu segnalato l'arrivo di parecchie migliaia di otarie. Erano tutti maschi. In men che lo si dica occuparono un
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? - Sì, capitano. L'ho scorto ieri sera dinanzi la baia di Norton. - Vivo? - Vivo sì, ma mi parve agli estremi. - Come va la pesca? - Ho carico completo
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Koninson. - Mi sento indosso un coraggio da non temere venti balene. - Al largo, dunque! Le due baleniere si staccarono dal "Danebrog" e si diressero
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che la sorte non sia così crudele, Koninson - Ditemi, tenente, dove siamo precisamente ora? - Il punto che feci ieri mi diede 72o 05' di latitudine e
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pieno oceano Pacifico, altre a sud del Banco di Terranova o sulle coste del grande Impero russo e perfino presso le sponde della Norvegia. Anzi mi
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grande, dalla Krusenstern che è la mezzana e da Ferway che è un arido scoglio. - Bisogna tenersi al largo assai, capitano! - disse il tenente - Mi
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- rispose Weimar. - Allora non c'è più speranza di riguadagnare lo stretto di Behring. - Lo temo, Koninson. - Dannate balene! Mi vengono i brividi al pensare
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qualche ... - Che cosa, capitano? - Tornare in porto sconfitto, mi punge assai. - Ah! Volete dire che se una balena venisse a nuotare nelle nostre acque