I PESCATORI DI BALENE
sperone delle corazzate dei due mondi. Qua e là, immensi crepacci si erano aperti ed in fondo a questi si vedeva il mare alzarsi ed abbassarsi e poi
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campi di ghiaccio ed atterrando non pochi "icebergs" e moltissimi "hummocks", durante il qual tempo i due balenieri non ardirono porre il naso fuori della
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restituito la preda. Nave ed equipaggio erano scomparsi sotto quel gelido lenzuolo, scendendo negli inesplorati abissi dell'oceano polare. Sfiniti, semigelati
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spingendolo a destra, ora a sinistra, ora innanzi ed ora indietro, ora portandolo a grande altezza ed ora precipitandolo in profondi baratri dai quali usciva a
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casse e i barili avevano spezzato i legami ed erano caduti all'ingiro. Presso la slitta rinvennero pure le loro armi e un pò più lontano la tenda
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l'uno ed a tribordo l'altro. Fortunatamente, come il tenente aveva predetto, ai primi albori quelle fitte brume cominciarono a rompersi, lasciando
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trovando modo di scivolare su quel terreno irregolare e malfermo, ora si sprofondava ed ora si rovesciava facendo andare in bestia il fiociniere il
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finite perchè nessun cacciatore osa abbandonare la stufa; le danze ed i concerti sui quali tanto avevano contato, sono pure cessati, perchè nessuno ha
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adunque? Montavano forse una di quelle grandi barche che vengono così da lontano? - L'hai detto. - Ed ora dove vanno? - Cerchiamo di raggiungere un
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morti i due disgraziati. Ed infatti, dopo una ostinata lotta contro l'uragano che la trascinava verso est e contro i ghiacci, la nave era riuscita a
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cadde con rumore rimbalzando e correndo sulla superficie gelata. - Bestia o cosa? - chiese egli curvandosi innanzi ed firmando precipitosamente il
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stretti numerosissimi, ora piccoli ed ora grandi, spesso ingombri di scogIietti e di banchi che rendono la navigazione assai difficile. Dirne il
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perduto non mi sarei più consolato. - Ed ora andiamo? ... . - Sulle coste della Giorgia, tenente. Faremo una rapida campagna, poi torneremo a sud. - Con
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di più in parte ostruita da certe colonne di ghiaccio, scese forse dalla volta, ed entrarono. Ad un tratto Koninson, che camminava innanzi al tenente
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partirono di buon passo, fiancheggiando un bosco che seguiva il corso del fiume ed entro il quale si udivano numerosi ululati di lupi. La neve che ancora
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. Dovettero deviare ed arrampicarsi sui fianchi della montagna più vicina, che erano i meno aspri, ma che tuttavia presentavano delle pendenze che
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guardarlo, Koninson. - Guardo il punto ove posso lanciare il mio rampone. Le due baleniere avevano rallentata la corsa ed avanzavano colla massima
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cambiò. Dapprima un nebbione assai fitto si estese al disopra del grande banco e dello scoglio, poi cominciò a cadere la neve ed a soffiare un vento
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, pur di tenere sempre alta la fama dei balenieri danesi. - Grazie, tenente. Ed ora, carpentiere, al lavoro. Dovendosi approfittare della sola bassa
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comparsa ed erano stati veduti riscaldarsi ai primi raggi del sole primaverile. Il momento della partenza si avvicinava. La più elementare prudenza
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cibarsi delle sue grasse carni. Ve n'erano delle migliaia ed altre ancora accorrevano da tutte le parti dell'orizzonte per prendere parte al lauto banchetto
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impermeabile, procurarono un bel fuoco attorno al quale i due balenieri si assisero, riscaldandosi le membra ed asciugandosi le vesti. - Ditemi, signor
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sei o sette metri. Con un colpo vigoroso lanciò a destra ed a sinistra due altissime onde, poi agitò le pinne pettorali che sono lunghe ben tre metri
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spiegare le vele e il "Danebrog" abbandonò il gigantesco carcame agli uccelli marini, mettendo la prua ad est ove si scorgevano sempre, ed in grandissima
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è mai questo? - si chiese egli. - Un orso no di certo. Stette in ascolto e gli parve di udire degli scoppi di risa che era si avvicinavano ed ora si