I PESCATORI DI BALENE
distanza. Per di più il termometro da 40o sotto lo zero è disceso con un brusco salto a soli 14o. L'equipaggio, strappato al suo torpore da quel
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asciutto. I marinai, riscaldati e rinvigoriti dall'ardente liquore, si misero febbrilmente al lavoro parte sotto la direzione del capitano e parte sotto
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"streams", dei "polks" e degli "hummocks" che s'accumulavano combattendo furiosamente fra loro attorno al grande banco. Ma per lo più se ne stavano
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atterrare l'intero equipaggio e da balzare in mare il tenente e il fiociniere, ma non aveva prodotto avarie al solido sperone della nave. Questa, dopo
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compreso? È per farci condurre al forte dietro qualche compenso. - Vi prevengo che la mia borsa è rimasta sul "Danebrog". - Abbiamo i nostri fucili
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altri quattro marinai. - C'è tutto? - chiese il capitano curvandosi sulla murata. - Tutto - risposero ad una voce il tenente e il mastro. - Al largo
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giriamo di fuori? - chiese mastro Widdeak al capitano, che osservava l'isola. - Il passo di Isanotzkoi ci è troppo famigliare perchè non si tenti il
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cibarsi delle sue grasse carni. Ve n'erano delle migliaia ed altre ancora accorrevano da tutte le parti dell'orizzonte per prendere parte al lauto banchetto
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cattivo occhio i bianchi stabiliti sulle loro terre. - Se vieni come amico, nulla hai da temere! - disse poi, rivolgendosi al capo che aspettava una
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i magazzini che erano stati ben chiusi, per metterli al riparo dagli assalti degli orsi bianchi; vi adattarono nel mezzo una gran lampada che doveva
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estende dinanzi al mare di Behring fra le coste dell'America e dell'Asia. Era un magnifico veliero di oltre quattrocentoventi tonnellate, attrezzato
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perduta al di là del circolo polare, dove ha trovato la morte il disgraziato equipaggio danese. Un silenzio profondo, triste, che impressiona per la
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. - Io ho fiducia nella nostra buona stella che, dalle sponde dellArtico, ci condusse fin qui, signor Hostrup. - Piuttosto quando saremo giunti al forte
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sorprendeva e di nulla si spaventava, provò un fremito al solo pensarlo. Sulla coperta della nave baleniera, dopo le prime imprecazioni, regnò un funebre
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balena! - esclamò Koninson che, come il solito, si trovava vicino al signor Hostrup. - È' uno spettacolo superbo, tenente. - Non dico di no, ma sarei
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§Passarono alcuni minuti, poi in mezzo alla neve e ai frammenti di ghiaccio che si erano accumulati in grande quantità attorno al lastrone infranto
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flusso, i preparativi furono alacremente spinti innanzi. Per il mezzodì tutto doveva essere pronto e ogni uomo al suo posto, onde non correre il
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fronte al capitano Weimar che era appena salito sulla tolda. Era una montagna di ghiaccio, un "iceberg" che scendeva lentamente verso sud spinto
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subito delle vedette sugli alberi e fece preparare le baleniere affinchè tutto fosse pronto al momento opportuno. Koninson tornò a piantar domicilio
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all'ora. Il tenente, che stava a timone, la spinse al di là del bosco lasciando alla sua destra il fiume che accennava a piegare verso sud, poi la
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l'esistenza di altri popoli. James Ross, per esempio, che nel 1818 intraprese una campagna polare, trovò una tribù di questi strani individui al 78o
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, pur di tenere sempre alta la fama dei balenieri danesi. - Grazie, tenente. Ed ora, carpentiere, al lavoro. Dovendosi approfittare della sola bassa
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immense quantità di massi di cui taluni del peso di migliaia di tonnellate. Il tenente e Koninson, quantunque al sicuro, più volte lasciarono la tenda
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al boschetto a procurare della legna. - Grazie, signor Hostrup, ma se tardate a spogliarvi delle vesti, gelerete. - Bah! La mia pelle sfida quella
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onore al pasto. Carne e brodo erano impregnati di muschio in siffatto modo, che un vero affamato avrebbe esitato lunga pezza. - Al diavolo i buoi e il
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di più in parte ostruita da certe colonne di ghiaccio, scese forse dalla volta, ed entrarono. Ad un tratto Koninson, che camminava innanzi al tenente
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"Danebrog". Ma ahimè! Il vascello, spinto dal vento che soffiava con crescente furia, era ormai scomparso nel fitto nebbione. Provò una stretta al