I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA
patto puoi salvare la vita. - Ah! tu vuoi farmi parlare? E su cosa? - Sono il padre di Ada Corishant. - Ebbene? - Non ho perduta ancora la speranza
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di vendere caramente la vita, se veniva scoperto, e attese coll'immobilità d'una statua di granito. Un sospiro profondo salì fino a lui; quel sospiro
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tuo cadavere. Suyodhana. Tremal-Naik nel leggere la lettera era diventato pallido. - Che? ... - esclamò egli. - La mia vita! ... La mia vita per
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assassinarmi.. - Forse. - Posso salvare la vita? - Sì. - Parla. - Siedi e discorriamo. Bhârata ubbidì. Tremal-Naik s'impadronì di tutte le armi
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farà grazia della vita. - Non lo posso: ucciderebbero la donna che io amo. - Chi? - I thugs. - Quale storia narri tu? Parla. - È impossibile
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ammazzato il povero Hurti. Tremal-Naik li guardò con due occhi che mandavano fiamme. - Il cacciatore di serpenti non tremò mai in sua vita, né tremerà
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vita è vostra, - rispose l'indiano. - È necessario che tu faccia prigioniero l'equipaggio della cannoniera. - Lo farò. - Ma bisogna che nessuno fugga
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soffocata. - Un inviato di Suyodhana, il figlio delle sacre acque del Gange - rispose Tremal-Naik, sottovoce. - Parla, comanda, la nostra vita è
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traditi, capitano. - Traditi! ... da chi? ... - Da Saranguy. - Da Saranguy! ... Da un uomo che mi salvò la vita! ... È impossibile! ... - Ho le prove
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contorcevasi rabbiosamente perdendo sangue e gli schiacciò la testa. Liberatosi del mostro, corse a quel corpo umano che non dava più segno di vita
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solitaria e selvaggia sua vita fra le canne e le tigri. - Bella! bella! - esclamava egli, senza por mente che trovavasi nella pagoda maledetta e che
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! - ripeté il ferito. - Ci penso io. Torna ad adagiarti e non prenderti pensiero per la mia vita. Il maharatto aveva impugnata una pistola e aveva
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, appena toccano terra, s'affondano e s'ingrossano rapidamente, infondendo nuovo nutrimento e più vigorosa vita alla pianta. Avviene così, che i rami
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che talvolta si cela il thug indiano, aspettando ansiosamente l'arrivo d'un uomo qualsiasi per strangolarlo ed offrire la spenta vita alla sua
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povero indiano e campo la vita cacciando. Un capitano dei sipai mi promise cento rupie per una pelle di tigre, e qui venni sperando di soddisfarlo
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, la vergine della pagoda salirà il rogo e Kammamuri morrà fra i serpenti. Li teniamo entrambi in nostra mano. Cosa decidi? - La mia vita appartiene ad
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sollevò. Il poveretto non dava più segno di vita ed era inondato di sangue. La tigre gli aveva schiacciato la testa fra i denti. - È proprio morto
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avranno quegli uomini, dovessi lasciare la vita nella pugna! Si mise a indietreggiare a lenti passi, cogli occhi fissi sotto la galleria e gli orecchi
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divinità dell'India. - Calma, padrone. Ecco che il nostro uomo comincia a dar segno di vita. Lo strangolatore ritornava in sé. Un fremito scosse le sue
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parlava in nome della mostruosa divinità alla quale tutti loro avevano consacrato il loro braccio e la loro vita. Attraversò lentamente il bosco dei
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! - esclamò Kammamuri. - Nel fiume! Nel fiume! - Non muoverti, se ti è cara la vita. Tremal-Naik prese fra le braccia l'ammasso di canne e con uno
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d'ardire, egli fissava con curiosità il capitano, conservando l'immobilità d'una statua di bronzo. - Se non m'inganno, ti devo la vita, - disse il capitano
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colla sua vita la tua libertà, ti toglierà da quegli orribili luoghi per quanto sieno ben guardati e irti di ostacoli. Tremino allora coloro che
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un gruppo assai folto di bambù, alti non meno di diciotto metri. - Se ti è cara la vita, - disse rapidamente Tremal-Naik a Kammamuri, - non muoverti