I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA
§Quando Tremal-Naik tornò in sé, si trovò rinchiuso in uno stretto sotterraneo illuminato da un piccolo spiraglio difeso da una doppia fila di grosse
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silenziosamente i gradini e raggiunse una stanzaccia oscura e deserta. Sostò un momento ascoltando con profondo raccoglimento, impugnò la rivoltella e
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alta più che sessanta piedi, con una base larga quanto due terzi dell'altezza, contornata da stupendi colonnati, scolpiti con quella valentìa che
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due bracci, formando un delta gigantesco, intricato, meraviglioso e forse unico. La imponente massa delle acque si divide e suddivide in una
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§Era una magnifica notte d'agosto, una vera notte tropicale. L'aria era tiepida, dolce, elastica, imbalsamata dal soave profumo dei gelsomini, degli
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pullulavano come i bambù? Gli sembrava una enormità, una cosa assolutamente impossibile, quasi un delitto. Non aveva ancor percorso mezzo miglio, quando
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qualche mur- punky. Era una di quelle palazzine che chiamansi in India bengalow, elegante, comodissima, ad un solo piano, alzata sopra un basamento di
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un'occhiata profonda nella deserta jungla sulla quale ondeggiava allora una densa nebbia, carica d'esalazioni velenose, girò su se stesso ed
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s'allungano sempre più, generando nuove radici e quindi nuovi tronchi sempre più lontani, di maniera che un albero solo copre una estensione
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una lunga ora. La luna s'alzò sull'orizzonte, illuminando vagamente le foreste e il corso della grande fiumana la quale mormorava gaiamente
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da una nera fascia di vapori. Pochi affatto i lumi, la maggior parte immobili, accesi dentro le capanne di Kiddepur, o sulla prua di legni ancorati
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' rimbombare l'hulok sospeso alla porta della capanna e più volte bruciò una carica di polvere. Il silenzio che regnava nelle pianure del sud non fu rotto
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silenzio, non sapendo se erano soli e se qualche sentinella si trovasse vicina. In breve trovarono un'ampia apertura, una specie di porta, sulla cui
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rizzava ancora fra i canneti sormontata da una dozzina di giganteschi arghilah immobili sulle loro lunghe gambe giallastre, e la tigre, la fedele
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coperto da una piccola barba nera ed arruffata. Portava, avvolto attorno al corpo, un ricco dootèe, specie di mantello di seta gialla, trapunto in oro
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! - ripeté il ferito. - Ci penso io. Torna ad adagiarti e non prenderti pensiero per la mia vita. Il maharatto aveva impugnata una pistola e aveva
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due carabine di ricambio ed alcune picche. In pochi minuti raggiunsero il recinto sulla cui soglia barriva fragorosamente Bhagavadi, circondato da una
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dall'improvvisa comparsa della tigre, e che organizzassero la caccia all'uomo. Aveva gettato una parte delle sue munizioni per essere più leggiero e correva colla
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distrugge ogni timore: questo nome mi fa diventare una tigre ed un gigante. Colle mie braccia mi sentirei capace di afferrare la Cornwall e di stritolarla
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ed il pugnale nella sinistra, passare come una freccia dinanzi alla macchia e scomparire nel folto della jungla. - L'hai veduto, Kammamuri? - chiese
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finalmente aprì gli occhi fissandoli sul cacciatore di serpenti che stavagli curvato sopra. Tosto una profonda meraviglia si dipinse sul suo volto e subito
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negli ultimi aneliti. Dal petto gli usciva un rivo di sangue e formava, sul terreno, una pozza che lentamente allargavasi. - Nagor! - ripeté Tremal-Naik
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. Fra una mezz'ora comincerà a montare e correremo più rapidi di uno steamer. I thugs, robusti garzoni, rotti a tutte le fatiche ed abituati sino
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le unghie non gli lascio intero un pezzettino grande come una rupia. Ingannare così noi, cacciatori di serpenti! Sai, padrone, che l'hai scampata per
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§Tremal-Naik a quel grido s'era alzato sulle ginocchia, in preda ad una viva inquietudine. Al colpo di fucile aveva fatto seguito un'altra
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perspicace. Vieni, mio bravo Saranguy. Entrarono nel bengalow e salirono sulla terrazza. Il capitano Macpherson vi era di già, fumando una sigaretta, sdraiato
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Manciadi che riposava al di fuori, sotto una piccola tettoia di canne di bambù. Levò la spranga e spinse l'uscio ma con sua grande sorpresa questo non
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segnò sei atmosfere e mezzo! Ma Tremal-Naik ed il capitano, assaliti da un'impazienza furiosa, da una specie di delirio, non erano ancora contenti. La
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. - Gl'indiani non sospetteranno che sotto le canne v'è un canotto e che il canotto porta due uomini ed una belva. - Presto, Kammamuri, spingiamoci al largo