I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA
§Un profondo silenzio seguì la triste narrazione dell'indiano. Tremal-Naik, diventato ad un tratto cupo e nervosissimo, s'era messo a passeggiare
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chiese egli d'un tratto. Una rapida contrazione sconvolse la sua faccia che aveva assunto un'aria tetra. - Nysa! Nysa! - gridò. Un indiano che stava
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pianta, senza mai arrestarsi, senza mai esitare sulla via da scegliere. Ogni qual tratto egli appoggiava l'orecchio a terra ed era sicuro di non
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per tirare innanzi. Camminò per qualche tratto, poi urtò colla testa sotto una volta assai bassa, e mise i piedi su di un gradino. Ne discese con
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vegetali. Tutto indicava che il viaggio stava per terminare. D'un tratto sulla cima dell'albero s'udì un grido: - Il banian! Al nord era apparso il
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come in pieno giorno le due rive del fiume. - Padrone, guarda! - disse d'un tratto Kammamuri. - Zitto! - bisbigliò Tremal-Naik, serrando la bocca
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rovente. D'un tratto s'arrestò alzando vivamente la testa. Da uno dei recinti era partito un formidabile barrito, proprio dell'elefante quando sente
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cacciatore di serpenti ed il suo maharatto. Sta' cheto e tutto andrà bene. Ad un tratto la tigre scattò in piedi, drizzò gli orecchi come cercasse di
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tratto cambiò idea. - Vieni, Kammamuri, - diss'egli. - Prima d'incominciare la pugna, sarà meglio vedere con chi dobbiamo lottare. Egli trascinò il
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mistero? - Cosa dice? - si domandò il maharatto, sorpreso.- Sangue, visioni, lacci? ... Quale sogno! Ad un tratto l'addormentato si scosse; sbarrò gli
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pugnale alzato. Il rumore andava avvicinandosi. D'un tratto un lume rischiarò la scala e apparve un sipai, con una scimitarra sguainata. - Attento
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macchina e dai sibili del vapore che usciva dalle valvole. - Nave a prua! - gridò ad un tratto il gabbiere. Tremal-Naik provò una scossa come fosse
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tratto s'arrestava ed esaminava il tronco dei palmizi tara che trovava sul suo passaggio. - Cosa guardi? - chiese Saranguy, sorpreso. - I segni che
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. Passò una lunga ora. Tremal-Naik aggrappato convulsivarnente alle sbarre, attendeva ansiosamente il ritorno, in preda a mille timori. D'un tratto nel
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estremità v'era attaccato un corpo alquanto pesante il quale, alla trazione, ondeggiò tintinnando. Deve essere una lampada, - disse Tremal-Naik. Ad un tratto
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-Naik, guardando le tempestose nubi, - ma nulla m'arresterà. Ah! potessi giungere in tempo da salvarla. Povera Ada! D'un tratto una secca detonazione
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? - si chiese d'un tratto. - E se non vi fosse? Si alzò per la quinta volta e si mise a passeggiare colla testa china. Passando dinanzi ad un recinto
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! miserabili! D'un tratto emise un urlo terribile e i suoi occhi si fissarono su di una pietra, contro la quale era appoggiata la testa di Aghur. Ai
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coricato su di un fianco, colla testa nascosta sotto un braccio. Avrebbe ingannato anche un marabù, anche uno sciacallo. D'un tratto un magnifico pavone
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rimbalzava fino sulla poppa. - Presto! ... presto! ... - gridava Tremal-Naik, completamente fuori di sé. Ad un tratto emise un urlo straziante. - Ada! ... Ada
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furiosamente. Kammamuri, spaventato, si slanciò verso la belva, ma le forze tutto d'un tratto gli mancarono e cadde supino cogli occhi stravolti, le