I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA
del bengalow. - Si vede che sono prudenti quegli europei. - Sembra. - Ma tu lo libererai. - Io! - esclamò Saranguy. - Lo credo. - Chi te lo disse? - Non
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facciamo a loro la guerra - La farò anch'io. Odio quei miserabili. - Un uomo coraggioso come te, non è da rifiutarsi. Verrai con noi quando batteremo la
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sentivo felice dinanzi a te; mi pareva di esser trasportato in un altro mondo mi pareva di essere diventato un altro uomo. Tu non mi parlavi, ma mi
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finito con quell'arme. - Fu adunque Manciadi ad assassinarlo? - Sì, padrone, lui! - Ah! sciagurato! - Ma non assassinerà altri, te lo dico io. La mia
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sei stato mai tu nella jungla nera? Tanto peggio per te; non hai visto nulla di bello. Oh che stupido che sei, che stupido! - Sono proprio uno stupido
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di quell'infelice? - Negapatnan giammai tremò. - Ma io ti infrangerò come una canna. - E i thugs infrangeranno te come un giovane bambù. - È questo
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, - diss'egli. - Lo conoscerò, Manciadi, te lo prometto e forse prima di domani a sera. - Devo crederti? - Devi credermi; Tremal-Naik è un uomo di parola. - Ah
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lunghissimi. - E si è avvicinato a te? - chiese Aghur. - Sì, e per poco non mi spezzò il cranio. Io dormiva saporitamente, quando fui svegliato da un
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ne mandai uno a ruzzolare per terra, l'altro fuggì nello stanzone ed io lo inseguii, ma caddi e quando mi rialzai trovai le porte chiuse. Senza di te
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? - Tremal-Naik s'alzò. - Il capitano non è più qui! - esclamò con disperazione. - Dov'è andato? - Non te lo dirò. - Ma non sai adunque, che io ho
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. - Chi te lo dice? - Nessuno, ma lo sospetto. Nella jungla possono aggirarsi quegli uomini che assassinarono Hurti e pugnalarono te. La faccia di
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quell'uomo hai mancato ai tuoi doveri. Buon per te che quell'uomo non ardì alzare le sue mani su di te. - Tu menti! tu menti! - ripeté la giovanetta, smarrita
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mai. Fra loro due successe un breve silenzio. - Cosa posso fare per te? - ripigliò il capitano. - Nulla. Macpherson estrasse una borsa rigonfia di
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spingarde, - disse poi il capitano. Quindi rivolgendosi verso Tremal-Naik, continuò: - Ora tocca a te se vuoi la mano di mia figlia. - Ordinate, la mia
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, fissando in volto il maharatto. - Ah! sei tu, Kammamuri! - esclamò. - Sì, padrone. - Cosa fai tu qui? - Veglio su di te e scaccio le zanzare. Tremal-Naik
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rammento. - Eppure non posso averlo udito dire che da te o dal tuo compagno. - Così deve essere. Kammamuri ed Aghur rientrarono nella capanna. Tremal-Naik
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nella mia jungla, lontano da te? Credi tu che non abbia provato dei tormenti, quando colpito al petto dal pugnale degli assassini, languivo impotente nel
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donna? - Non posso dirlo. - Saranguy, - disse con voce alterata, - vuoi dirmi chi è quella donna? - Mai. - È bianca o abbronzata? - Non te lo dirò
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quell'isola maledetta. - Tremal-Naik non si lascia assassinare, Aghur. - Prendi con te Darma. Potrebbe esserti utile. - Tradirebbe la mia presenza ed io voglio
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te. Tremal-Naik si mise a ridere, guardando il rettile il quale cominciava a svolgere gli anelli, ondeggiando quasi sulla testa dell'indiano. - Tu
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il padrone. - Cosa gli è accaduto? - L'hanno pugnalato. - Ah! ... E chi mai? - Gli stessi che assassinarono Hurti. - Quando? ... Come? ... - Te lo
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con voce tremante. - Conosci il capitano Macpherson? - Forse più di te. - Sai dove conduce la fregata? - Nessuno sa ove vada la Cornwall, ma io ho un
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li veda. Oh! Quale fortuna! - Te li mando subito. Il mastro risalì la scala e poco dopo due indiani si presentavano a Tremal-Naik. L'uno era lungo
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il delirio! - È ben perché sei fuori di te stesso, che non voglio che tu vada innanzi. Se tu irrompi in quella caverna prima del tempo, ci perderai