I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA
strani, e le sue labbra s'atteggiarono ad un riso, anzi ad un sogghigno che incuteva spavento. - Salve alla vergine della pagoda - diss'egli
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dopo i suoi lineamenti si alterarono dimostrando dispetto, terrore e rabbia. Le sue dita si contrassero rigando colle unghie il terreno e un sogghigno
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azzurra e una riga di sanscrito. "Vieni, che il messaggero è giunto" lesse egli. Un nuovo brivido agitò le sue membra e alcune goccie di sudore
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sorriso sfiorava le sue labbra. Il suo sguardo si posò subito, con curiosità, su Tremal-Naik, il quale si era messo dietro al capitano. - Ebbene, mio caro
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hanno addormentato con dei fiori che sprigionano un potente narcotico. - Così deve essere. - Ma lo riprenderemo quel Negapatnan. Ho messo sulle sue
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dei serpenti indiani, fra i quali il rubdira mandali il cui morso fa sudar sangue ed il pitone che stritola fra le sue spire un bue; ed è là infine
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fiumana e le sue sponde. L'elefante camminava con passo spedito, eccitato dalla voce del mahut, fracassando, stritolando, sotto le enormi zampe le radici e
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sulle sue rive. Piroscafi, barchi brick, brigantini, golette e slopp, s'incontrano dovunque lungo il suo corso. Non parliamo delle pinasse, dei poular
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dormiva profondamente e sognava, poiché delle parole tronche uscivano dalle sue labbra. - Non vale la pena di svegliarlo, - borbottò Kammamuri
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dall'improvvisa comparsa della tigre, e che organizzassero la caccia all'uomo. Aveva gettato una parte delle sue munizioni per essere più leggiero e correva colla
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precipitò sopra Tremal-Naik, lo sollevò fra le sue braccia, corse allo stagno e saltò dentro, sprofondando fino alle spalle. Il rinoceronte caricava allora
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bruscamente il bengalese, sforzandosi, ma invano, di atteggiare le sue labbra ad un sorriso. - Mi sembri inquieto. - Infatti lo sono, ma non è
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grida rintronò nei sotterranei. - Eccoli! - urlò Tremal-Naik con voce strozzata. Kammamuri si slanciò su di lui e radunando tutte le sue forze lo
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. Un terzo sparo, più forte degli altri due, s'udì. - Il padrone! - gridò. - Questa volta non mi sfugge più! Sospese le sue ricerche e corse verso il
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cacciatore di serpenti sperando di allacciarlo fra le sue viscose spire e stritolarlo con una di quelle terribili strette alle quali nulla resiste. Aveva la
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flessibilissimo, annodata alla sbarra e che scompariva giù nell'apertura. L'afferrò e riunendo le sue forze la tirò a sé; s'accorse subito che alla
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mira, aveva fatto un movimento per slanciarsi sulle sue pistole che aveva deposto su una seggiola. All'intimazione brutale, fatta con un tono da non
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ramsinga strapparono il cacciatore di serpenti dalle sue meditazioni. Alzò il capo come un cavallo di battaglia che ode il segnale della carica, gettò
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a trovare nemmeno le sue traccie. Gli strangolatori l'avevano trascinata nel loro inaccessibile covo. Cangiai nome assumendo quello di Macpherson, per
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tutte le sue forze. Il canotto, sotto quella potente spinta, discese la fiumana con rapidità vertiginosa, balzando sulle onde. Tremal-Naik, caricata la
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Tremal-Naik che pareva non s'accorgesse di nulla, riuscì a guadagnare la capanna. Con uno scatto da tigre si rizzò. Un sorriso atroce sfiorava le sue
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palla deve averlo colpito; forse i pesci stanno banchettando colle sue carni. - Quel mostro adunque, aveva tramato un piano infernale? - Sì, padrone
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della maestra. Tremal-Naik, bruscamente strappato dalle sue meditazioni da quel grido, si slanciò a prua, mentre i marinai s'arrampicavano sulle sartie