I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA
andava a terminare, ma non se ne curava più che tanto. Non ci vedeva, ma non si dava, almeno pel momento, pensiero alcuno. A lui bastava fuggire, a lui
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§Ad oriente cominciava ad albeggiare, quando il canotto giunse alle sponde della jungla nera. Nulla di nuovo pareva che fosse accaduto. La capanna si
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§Tremal-Naik, al ruggito di guerra del felino, si era subitamente svegliato, facendo un brusco movimento, come se cercasse il suo fedele coltellaccio
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al primo segnale, mentre gli artiglieri si erano collocati dietro a sei pezzi di cannone, decisi a calare a picco la Devonshire piuttosto che
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§L'impresa più difficile era riuscita. Ora si trattava di inseguire a tutto vapore la fregata che aveva un vantaggio di quasi quindici ore
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§Era venuta la sera. Il capitano Macpherson durante la giornata non si era fatto vedere e nessun incidente era accaduto nel bengalow. Saranguy, dopo
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con in mezzo il misterioso emblema. Le braccia che aveva nude, erano coperte di cicatrici bianche e da bizzarri segni, che un indiano stesso si sarebbe
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§Tremal-Naik, quantunque mezzo strangolato e confuso, appena sentì il laccio allentarsi, s'alzò e raccolta la carabina si slanciò risolutamente verso
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uomo che muore. Senza por mente al pericolo a cui esponevasi, si precipitò fuori dalla porta, facendo balzi di tigre e gridando: - Nagor! Nagor! Nessuno
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Kammamuri si dessero alla fuga, senza essere scorti. La jungla coperta di fitti cespugli spinosi e di bambù giganteschi, che promettevano rifugi
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pensieri. Si volse indietro, credendo di essere stato seguito dalla tigre, ma l'intelligente animale si era arrestato sull'orlo della jungla. Bastò un
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§I banian, chiamati altresì al moral o fichi delle pagode, sono gli alberi più strani e più giganteschi che si possa immaginare. Hanno l'altezza ed
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sotto la riva. Solamente verso il nord si scorgeva uno strano bagliore, una specie d'alba biancastra, dovuta alle migliaia e migliaia di fiamme che
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silenzio, non sapendo se erano soli e se qualche sentinella si trovasse vicina. In breve trovarono un'ampia apertura, una specie di porta, sulla cui
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§Erano trascorsi venti giorni. Tremal-Naik, mercé la sua robusta costituzione e le assidue cure dei suoi compagni, guariva rapidamente. La ferita si
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, - rispose il capo dei mahuts. - I battitori? - Sono di già sul limitare della jungla, coi cani. Uno dei più abili mahuts si collocò sul collo di Bhagavadi
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abbaiare, ma senza alcun frutto. Più volte si spinse, assieme alla tigre, fino ai primi bambù e porse l'orecchio ai rumori del largo; più volte fe
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due bracci, formando un delta gigantesco, intricato, meraviglioso e forse unico. La imponente massa delle acque si divide e suddivide in una
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celeste, accavallandosi come le onde del mare. Frequenti colpi di vento si lanciavano attraverso le deserte Sunderbunds, curvando con mille gemiti le
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. Con uno sforzo disperato s'alzò in piedi e si mise a saltellare, per quanto gli permettevano le corde, verso la feritoia. Un calpestìo affrettato che
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cadenzato e un tintinnìo che pareva di speroni. Sussultò e alzò la rivoltella verso la porta. L'uomo si avvicinava; Tremal-Naik lo udì arrestarsi un
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. Però, bisogna dirlo, il bravo maharatto si allontanava dal suo padrone a malincuore, e quasi con rimorso. Egli, con ragione, temeva che Tremal-Naik
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§Quando Tremal-Naik tornò in sé, si trovò rinchiuso in uno stretto sotterraneo illuminato da un piccolo spiraglio difeso da una doppia fila di grosse
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indiani. Si indovinava l'europeo, da lunghi anni esposto ai calori del sole tropicale. Il suo volto era fiero, ornato d'una lunga barba nera, ma la
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avvicinandosi bruscamente ad Aghur, gli disse: - Hai udito mai il ramsinga? - Sì, padrone, rispose l'indiano, - ma una sola volta. - Quando? - La notte che
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attorno riparata da fitte stuoie di coccottiero. A destra ed a sinistra si estendevano bassi fabbricati e tettoie, destinate per le cucine, per le
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straordinaria, febbrile, che eguaglia quella dei fiumi giganti dell'America settentrionale. Approfittando dell'alta marea, che si fa sentire molto forte
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corse molto tempo che l'indiano diede segno d'essere ancora vivo. Il petto gli si sollevò impetuosamente dilatandosi, agitò le membra, si scosse e
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, come si disse, si era fermato di colpo, sorpreso di trovarsi dinanzi ad una pagoda, là dove credeva di trovare la selvaggia jungla. - Una pagoda