I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA
commettesse qualche pazzia, sapendo che voleva rivedere la misteriosa visione e perciò ogni dieci passi s'arrestava titubante, più disposto ad
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disperazione. - I thugs! - Padrone! ... - Corri, Kammamuri, corri! ... Volse a destra e riprese la corsa, ma dopo dieci passi tornò ad urtare. Gli si rizzarono
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dietro ad un folto cespuglio, a cinquanta passi dalla abitazione, come uno che cerca di addormentarsi. Di quando in quando però alzava prudentemente la
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,- rispose il cacciatore di serpenti quasi con rabbia. - Ho sofferto troppo in quell'amaca, è ora che la sia finita. Egli fece alcuni passi innanzi senza
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il suonatore si trovasse a un centinaio di passi di distanza. - Alto! - mormorò Tremal-Naik. Non aveva ancora terminata la parola, che un secondo
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. - Andiamo alla capanna, padrone. Qui non siamo sicuri. Tremal-Naik guardò un'ultima volta la jungla ed il fiume e si diresse a lenti passi verso la
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introvabili, era a pochi passi. I due indiani vi si precipitarono nel mezzo, correndo disperatamente per cinque o sei minuti, poi si lasciarono cadere sotto
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Bhârata, - disse Macpherson. - Avete scorto qualche cosa, capitano? - chiese il sergente. - No, ma la tigre può essere tornata sui propri passi ed
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carabine in mano e mandavano grida di spavento. Dinanzi a loro, ad un duecento passi, mugolava una gran tigre. - Darma! - gridò Tremal-Naik. La tigre
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tre o quattro passi indietro, come un ubriaco. - Cosa vedi Kammamuri? - Guarda lassù ... padrone! Guarda! ... Tremal-Naik alzò gli occhi sul banian e
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strano, pensò egli. - Avrei io paura? Spinse leggermente la porta che s'aprì senza far rumore ed entrò, movendo a passi di tigre verso il tavolo. Per
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passi dalle tre bocche del Mangal, fangoso fiume che staccasi dal Gange e che scaricasi nel golfo del Bengala. Quel chiarore, che spiccava vivamente
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pericolo. La tigre s'allontanò, ma non aveva fatto venti passi che s'udì una delle sentinelle gridare: - La tigre! ... La tigre! ... Vi tenne dietro un
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. - Qualcuno sicuramente si avvicina. Si slanciò verso gli alberi ed esaminò la jungla che era distante un centinaio di passi, ma non vide alcuno. S'affrettò a
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di pochi passi. Talvolta si chinava verso terra ed ascoltava, fingendo di cercare le traccie dell'elefante. Quel brusco cangiamento, quegli sguardi e
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di rovesciarla. Alle dieci di sera Kammamuri segnalò un gran fuoco che ardeva sulla riva del fiume a meno di trecento passi dalla prua del canotto
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ripercuoteva sempre sotto le cupe arcate, soffocando il rumore dei passi. D'improvviso il cacciatore di serpenti urtò contro un oggetto acuminato che gli
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questi opponesse resistenza. Il capitano Macpherson, gettando lungi da sé lo scudiscio, si era messo a passeggiare per la terrazza a passi concitati
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delle sacre acque del Gange, aspettò che ogni rumore di passi fosse cessato, poi s'inginocchiò dinanzi alla vaschetta di marmo, nella quale guizzava il
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ingrandiva a vista d'occhio. Tremal-Naik continuava a remare cercando di tagliare la via. A mezzodì cinquecento passi appena dividevano la yole dalla
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passi brancolando fra le tenebre e si aggomitolò su se stesso, colle pistole in mano, aspettando che un raggio di luce illuminasse quel misterioso
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. S'alzò, fece tre o quattro passi colla testa china sul petto e le braccia strettamente incrociate, poi tornò a sedersi accanto al sergente. Una lagrima
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-Naik s'armò della carabina, delle pistole e del coltellaccio, si munì di un'ampia provvista di polvere e di palle ed uscì a rapidi passi. La tigre gli
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lunghi fischi. I thugs, sfiniti, impotenti di più oltre lottare, si erano arrestati guardando con occhio feroce la nave, che passava a duecento passi