I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA
? - Pare di no. - E cosa vieni a fare qui? - A ucciderti. Bhârata, quantunque fosse coraggioso, ebbe paura. - Ah! - esclamò coi denti stretti. - Tu vieni per
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sparire, non sparire, non lo voglio, no! no! no! L'indiano emise un acutissimo grido e sulla sua faccia si dipinse una viva angoscia. A quel grido, dalla
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, - rispose Tremal-Naik, ricomponendo gli alterati lineamenti. - Di notte! E solo! - E perché no? - Ma le tigri? - Non mi fanno paura. - Ed i serpenti
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destra una pistola. - No, padrone, ma il fuoco fu certamente acceso per vedere chi va o viene. Stiamo in guardia; il ramsinga ha segnalato qualche cosa
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dai numi? - esclamò egli furente - Dovrò io adunque perire ora che stringo fra le mie braccia colei che mi doveva far felice? Ah no! no, Ada, non ti
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non ero pronto, schiacciava la testa del capitano. - L'aveva atterrato? - Sì. - Brava bestia la tua tigre. - Non dico di no. - Sicché sei ai servigi
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per quale motivo lo mi trovo qui prigioniero. - Perché ormai sappiamo che tu sei un thug. - Io! ... Un thug! ... - Sì, Saranguy. - Tu menti! ... - No
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! - Ah' ... Non t'inganni? - chiese il capitano con voce sibilante. - No, non m'inganno: ho le prove. - Narra, Nysa, voglio saper tutto. Quel miserabile la
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. - Aghur, - disse il maharatto, sgomentato. - Hai udito nulla questa notte? - Assolutamente nulla. - Nemmeno un gemito? - No, perché? - Hanno ucciso
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sospetto prima? - No, padrone, non me ne accorsi, non dubitai nemmeno. Egli ci ingannava molto bene. Quale scopo poteva avere per assassinarci? - Temo
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creatura, parla! - urlò Tremal-Naik. - No! ... - esclamò l'indiano con incrollabile fermezza. - Non uscirà una parola dalla mia bocca. - Ma hai un
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batte come volesse spezzarsi. - È l'emozione, padrone. - Credi tu che noi giungeremo alla pagoda? - E perché no? - Temo di smarrirmi in questi corridoi
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ingannarsi. - Cosa pensi che sia? - L'ignoro, ma lo sapremo. - Padrone, qui c'è qualche terribile mistero. - Hai paura? - No, sono maharatto. - Allora
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stagno, ma non presentavano nascondigli di sorta. - E se salissi lassù, - mormorò egli, guardando la sommità della pagoda. - E perché no? ... Un uomo
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stermineremo tutti, tutti! - Che? ... - esclamò Kammamuri, con ispavento. Noi ritornare in quell'isola? ... Padrone, cosa dici? - Hai paura tu? - No, ma
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dinanzi al forte William? - Da cinque. - Avete veduto delle navi da guerra? - Sì, una fregata: la Cornwall. - Caricava? - No, imbarcava soldati
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? - chiese il capitano. - Dinanzi a voi, signore. - Siete certi di non ingannarvi? - No, signore: guardate laggiù quei due fanali che brillano
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Bhârata, - disse Macpherson. - Avete scorto qualche cosa, capitano? - chiese il sergente. - No, ma la tigre può essere tornata sui propri passi ed
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nata? Perché spegnere sì presto il raggio di sole che inondava questo povero cuore chiuso ad ogni gioia? No, non è possibile ch'io infranga questa
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. - Ada! balbettò. - Cosa vuoi, padrone? - Ah! come ... era bella ... bel ... la! - Cosa vuoi dire? Chi era bella? - Ma ... ledetti ... l'han ... no
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? - urlò l'ufficiale. - Arrendetevi e vi giuro che non verrà torto un sol capello né a voi, né ai vostri marinai. - No! - Vi avverto che abbiamo cinquanta
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, questa notte lo divoreranno. - Sul cadavere di Hurti veglia il cacciatore di serpenti. - Ma come? Non ritorni tu? - No, Kammamuri, io rimango qui. Quando
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sei il capitano Harry Corishant. - No, il capitano Harry Macpherson. - Sì, giacché hai cambiato nome. - Sai perché ti feci qui condurre? - Suppongo
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, forse? - No per ora, ma domani notte ritorneremo qui e sveleremo il mistero. - Ma chi supponi che sieno quegli uomini? - Non lo so, ma lo saprò
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. - Ti riconosco perché a bordo non ho visto malesi. - Credi che il capitano mi riconoscerà? - No, non è possibile. - Dimmi ora, come si chiamano i due