I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA
collocano i loro idoli. Nella provincia di Guzerate esiste un banian chiamato Cobir bor assai venerato dagli indiani ed al quale non esitano a dare tremila
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gettarvi le ceneri dei loro defunti o per bagnarvisi è uno dei più importanti fiumi della grande penisola asiatica. La sua lunghezza non supera le cinquanta
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rizzava ancora fra i canneti sormontata da una dozzina di giganteschi arghilah immobili sulle loro lunghe gambe giallastre, e la tigre, la fedele
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loro cadaveri erano stati trovati nudi e col misterioso tatuaggio sul petto. Il capitano Hall, sette giorni or sono, si metteva in campagna con alcuni
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. Cosa invero strana, sulle loro teste udivasi una specie di gorgoglìo che l'eco della galleria ripeteva. Un momento dopo, sotto la volta, apparve un
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carabine in mano e mandavano grida di spavento. Dinanzi a loro, ad un duecento passi, mugolava una gran tigre. - Darma! - gridò Tremal-Naik. La tigre
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. Scoraggiato, si sedette sul limitare della capanna, attendendo ansiosamente il loro ritorno. Vi era da pochi minuti, quando la tigre balzò in piedi facendo
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un lieve rumore. Qualcuno si avanza strisciando. - Gli strangolatori, forse? - Credo che siano loro, padrone. Tremal-Naik fremette dal capo ai piedi
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del tempio aggrappandosi alle gambe delle divinità, inerpicandosi sui loro corpi, posando i piedi sulle loro teste, afferrandosi alle proboscidi
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i miei uomini? - Chissà, forse quello di spaventarci e di tenerci lontani. - Dove supponi che abbiano le loro capanne? - L'ignoro, ma oserei dire che
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pronunciava e nei suoi deliri e nei suoi sonni, quel nome che era il suo incubo, il suo tormento. Manciadi il bengalese, qualche volta si associava a loro
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loro voce risuonava ad ogni istante, stimolando i macchinisti ed i fuochisti che arrostivano dinanzi ai forni. Tre ore erano già trascorse, tre ore
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! - esclamò Tremal-Naik con accento selvaggio. - Sian tutti maledetti! - Ascoltami, Saranguy. Ormai noi sappiamo che i thugs hanno la loro sede a Raimangal, ma
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spaventarci, ma io sfido la misteriosa divinità che impera tremenda su tutta l'India. Ah! Essi vogliono la mia vita? La loro divinità mi comanda di
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, portando con loro le armi. Il segnale della partenza fu dato nel momento che il sole sorgeva dietro il bosco dei borassi, illuminando d'un sol colpo la
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capitano lo ha detto ... e il capitano è un uomo di parola ... un grand'uomo che non ha paura. Li assalirà nei loro covi ... Li distruggerà colle bombe
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nell'agguato come uno stupido! - Ma spiegati, di' su, che non ho più sangue nelle vene. Come riuscì a evadere? Chi tagliò le sbarre della feritoia? - Loro
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loro rabbia con urli lamentevoli, quasi strazianti, da incutere terrore anche a chi è abituato a udirli da lunga pezza. Kammamuri avrebbe ben voluto
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che adoperano il laccio di seta. - E tu dici che sono qui? - chiese Tremal-Naik, affettando terrore. - Sì, e se cadi nelle loro mani ti strangoleranno
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, si arrenderanno. - Sono armati? - Non hanno che i loro coltelli. - Affrettiamoci. - Sono pronto. Vado a legare l'ingegnere. Spense la lanterna, ritornò
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udire le loro voci e comparire improvvisamente fra gli alberi. Il maharatto sapeva bene che non vi era da illudersi sulle probabilità di salvare la
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... sapranno che tu ... sei ancor vivo ... Ebbene, uno dei due ... bisogna che muoia ... Ada è in loro ... mano ... morrà ... abbruciata ... Kâlì l'ha
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in mano. Sui loro petti, si scorgeva distintamente il serpente azzurro colla testa di donna. - Guarda laggiù! - gridò uno di essi. - Vedi? - Sì
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l'avvicinarsi d'un nemico. - Oh! - esclamò egli. - Il barrito di Bhagavadi. Si curvò sul parapetto della terrazza. I cani del bengalow fecero udire i loro
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§All'improvvisa detonazione, gl'indiani erano balzati in piedi col laccio nella dritta e il pugnale nella sinistra. Vedendo il loro capo dibattersi
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. Pareva che cercassero reciprocamente di leggersi il pensiero che attraversava la loro mente. - Vergine della pagoda sacra, - disse dopo qualche
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d'attorno per vedere se erano soli, poi tese la mano dritta mostrando a loro l'anello. I due indiani caddero ai suoi piedi. - Chi sei? - chiesero con voce
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strinse fortemente la fronte fra le mani, come se volesse soffocare qualche tetro pensiero. Per parecchi minuti fra loro due regnò un funebre silenzio