I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA
cupa la voce, l'ha dolce, soave come un'armonia celeste? ... Quest'essere, questa donna io la voglio vedere, io le voglio parlare e tutto mi svelerà
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dei thugs, - disse l'indiano con orgoglio. - Fui io a sfondare la finestra ed a rapire tua figlia. - Ma non tremi tu, a narrare simili cose al padre
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sono venuti. Gli ho veduti io, coi miei propri occhi e per poco non mi strozzarono come quel povero sipai. - Ci hanno strozzato un sipai? - Sì quello
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disperato. - Morto? ... Morto! - singhiozzò egli. - Tutti muoiono adunque attorno a me? Ma che ho fatto io, Siva, perché debba perdere tutti quelli che
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, ripeteva di quando in quando: - Salva! Salva! ... Io divento pazzo! ... E nel suo eccitamento ritrovava sempre maggiori forze; quel fardello gli sembrava
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. Doveva aspettarmelo. - Tremi dinanzi a me? - Io tremare! - esclamò lo strangolatore, sorridendo. - Manciadi non ha paura che di Kâlì. - Kâlì! Chi è
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strano, pensò egli. - Avrei io paura? Spinse leggermente la porta che s'aprì senza far rumore ed entrò, movendo a passi di tigre verso il tavolo. Per
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ancor più cupa. - Io ho scoperto tutto! ... Ada aveva fatto un balzo indietro, gettando un urlo d'orrore. - Sì, - proseguì l'indiano con rabbia
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? - Chi mai? - La vergine della pagoda. - Chi è questa donna? - Una creatura bella, Kammamuri, che io amo alla pazzia, e per la quale metterei l'India in
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anni! ... Quale gioia! ... Il destino crudele mi doveva questa rivincita. - E dire che io stavo per uccidervi e che la vostra testa doveva essere il
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? Perché tutto quel baccano? - Io ho ubbidito alle tue istruzioni, - disse lo strangolatore. - Vedendo due sipai avanzarsi nel corridoio, ho sparato e
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? ... Che ho fatto io? Non è questo il luogo? ... Non è quello il mussenda dalle foglie sanguigne? ... Vieni vieni, o dolce apparizione ... soffro, sai
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lunghissimi. - E si è avvicinato a te? - chiese Aghur. - Sì, e per poco non mi spezzò il cranio. Io dormiva saporitamente, quando fui svegliato da un
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aprirsi una porta. - Chi scende qui? - chiese. - Io, Bhârata, - rispose il sergente avanzandosi. - Finalmente - esclamò Tremal-Naik. - Mi spiegherai ora
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del bengalow. - Si vede che sono prudenti quegli europei. - Sembra. - Ma tu lo libererai. - Io! - esclamò Saranguy. - Lo credo. - Chi te lo disse? - Non
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forte. - Ed io sarò più forte di lui. Qui, nel cuore, sta scolpito un nome; quello di Ada! ... Questo nome mi fa bollire il sangue: questo nome
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! - ripeté il ferito. - Ci penso io. Torna ad adagiarti e non prenderti pensiero per la mia vita. Il maharatto aveva impugnata una pistola e aveva
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gioia che balenò negli occhi. - Avete un thug prigioniero? - Sì, ed è uno dei capi. - Come si chiama? - Negapatnan. - E io veglierò su di lui? - Sì
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. - Non è la prima volta che lavoro alle caldaie. - Va bene. Io comincio ad agire. Hider risalì in coperta e diresse lo sguardo sulla passerella. Il
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, - disse Tremal-Naik che fremeva d'impazienza. - Ogni minuto che scorre, è per me un colpo di pugnale al cuore ed io tremo tutto pensando al gran
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sdegnosamente Tremal-Naik. - Sono maharatto! - disse l'indiano con fierezza. - Va' allora. Questa notte io saprò chi sono quegli esseri misteriosi che mi
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avremo un solo uomo alle spalle. - Diffidiamo, padrone. Quegli uomini mi fanno paura. - Non temere, che son qui io. Zitto e sta' bene attento. Un
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capitano al mahut, - conduci l'elefante dove abbaiano i cani. E tu, Bhârata, guarda bene alla tua sinistra mentre io guardo alla dritta. Può darsi che
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. - Non credo agli spiriti, io, - rispose Tremal-Naik. - Quest'essere che si diverte a spaventarci lo scopriremo. - Oh! ... - esclamò il maharatto, facendo
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! - esclamò Tremal-Naik, raccogliendo la carabina. - Bada! - gridò uno dei thugs. - Si preparano a darci la caccia. - Penso io a tenerli lontani. Drizzate
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pensa a guarire il padrone e io m'incarico di loro. Kammamuri ritornò presso il padrone per applicare sulla ferita un nuovo cataplasma di erbe, ed Aghur
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. To', si direbbe che in questo supremo istante, io ho paura. - È impossibile. Paura tu! - Eppure è così. Non so se sia la febbre o la profonda emozione
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. - Avanti, capitano. - Io che non aveva sino allora conosciuta la paura, quel giorno l'ebbi a provare. Compresi che mia figlia era stata scelta dalla
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strappando le erbe. Egli lo aveva senza dubbio compreso. - Calma, calma, padrone. Ora troverò io alcune erbe che ti faranno molto bene, e fra quattro