I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA
? Tremal-Naik, inquieto, ma risoluto a salvare il compagno, si slanciò verso la scala. Un uomo, un sipai giaceva in mezzo al corridoio, contorcendosi
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diretto la canna sulla tigre, ma non ardiva tirare, temendo in primo luogo di non ucciderla sul colpo e collo sparo di attirare l'attenzione dei nemici. La
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sciambaga, dei mussenda e dei nagatampo. Lassù, in un cielo purissimo, d'un azzurro d'indaco, punteggiato da miriadi di scintillanti stelle, l'astro
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§All'improvvisa detonazione, gl'indiani erano balzati in piedi col laccio nella dritta e il pugnale nella sinistra. Vedendo il loro capo dibattersi
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. Scoraggiato, si sedette sul limitare della capanna, attendendo ansiosamente il loro ritorno. Vi era da pochi minuti, quando la tigre balzò in piedi facendo
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due carabine di ricambio ed alcune picche. In pochi minuti raggiunsero il recinto sulla cui soglia barriva fragorosamente Bhagavadi, circondato da una
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profonda oscurità e fra i corridoi dell'mmenso sotterraneo. Né Tremal-Naik, né il maharatto conoscevano la via, né sapevano in quale luogo fosse
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si decise di ritornare sui propri passi a costo di far andare in bestia Tremal-Naik. - Infine, - disse il bravo maharatto, - un compagno potrà
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vapore il molo del forte William, scendendo la nera corrente dell'Hugly. La notte era assai oscura. Non luna e non stelle in cielo, il quale era coperto
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una tasca una foglia somigliante a quella dell'edera, conosciuta in India sotto il nome di betel d'un sapore amarognolo e un poco pungente, vi unì un
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quando in quando poi, un lampo livido, abbagliante, rompeva le tenebre, mostrando quel caos di vegetali contorti ed atterrati, seguito poco dopo da un
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. Infinite gallerie solcavano il sottosuolo in mille direzioni, alcune tanto basse da non tenervisi in piedi un uomo, altre altissime e vaste, alcune
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dietro ad un folto cespuglio, a cinquanta passi dalla abitazione, come uno che cerca di addormentarsi. Di quando in quando però alzava prudentemente la
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lasciarla fuggire. Il capitano, in preda ad un'ansietà indicibile, ritto sul castello di prua con un forte cannocchiale da notte, scrutava avidamente le
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ammazzato il povero Hurti. Tremal-Naik li guardò con due occhi che mandavano fiamme. - Il cacciatore di serpenti non tremò mai in sua vita, né tremerà
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§Tremal-Naik a quel grido s'era alzato sulle ginocchia, in preda ad una viva inquietudine. Al colpo di fucile aveva fatto seguito un'altra
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§Quella pagoda, del più puro stile indiano, era la più bella che Tremal-Naik avesse veduto nelle Sunderbunds. Costruita tutta in granito bigio era
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oscurissimo ed entrò in una terza stanza. Era vastissima. Un lume brillava nel fondo spandendo un debole chiarore sopra una dozzina di lettucci, sui quali
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, raggiungerla o alla foce del fiume od in mare e mettere in opera il secondo piano, non meno arduo, né meno pericoloso, ordito dal cacciatore di serpenti
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§Quando Tremal-Naik tornò in sé, si trovò rinchiuso in uno stretto sotterraneo illuminato da un piccolo spiraglio difeso da una doppia fila di grosse
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migliaia e che s'incrociano in tutti i versi. Nel momento però che la baleniera si staccava dalla riva, poche barche solcavano la corrente e quasi
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pistola del maharatto. - Ah! miserabile! - esclamò Tremal-Naik furente. - Padrone! - gridò Kammamuri, accorrendo in compagnia della tigre e del cane
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§Uscita dalla pagoda, Ada, ancora commossa, col volto ancor bagnato di lagrime, ma gli occhi sfavillanti di fierezza, era entrata in un piccolo
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nevose montagne dell'Himalaya e le ricche provincie del Sirinagar, di Delhi, di Odhe, di Bahare, di Bengala, a duecentoventi miglia dal mare dividesi in
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qualche mur- punky. Era una di quelle palazzine che chiamansi in India bengalow, elegante, comodissima, ad un solo piano, alzata sopra un basamento di
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dell'America. Però, i due cacciatori di serpenti possedevano dei mezzi potenti per far sciogliere la lingua anche ad un muto. Disteso il prigioniero in mezzo
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temere qualche cosa. Non entrava nella di lui stanza se non quando lo vedeva dormire, ma quasi con ripugnanza. Amava meglio percorrere la jungla in cerca
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, si fissò in testa di scoprire quella creatura. Pare che sapesse ove si celava, poiché mi comandò di ritornare alla capanna e partì solo. Ventiquattro
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avvicinarsi. - E uomini? Tremal-Naik trasalì. - Uomini! - esclamò egli, affettando sorpresa. - Dove vuoi che abbia trovato degli uomini, di notte, in