I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA
avviso al formidabile Suyodhana del colpo mancato e del tradimento. I marinai ed i soldati di fanteria marina erano sotto le armi, per essere pronti
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sua fronte era solcata da precoci rughe. Gli occhi erano grandi, melanconici, ma che talvolta scintillavano d'ardire. Non fiatava, ma di tanto in tanto
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. Sbarazzato il ponte dei cadaveri, medicati i feriti, che fortunatamente non erano molti, Tremal-Naik si portò sulla lunetta con Hider, mentre un gabbiere
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troppo tardi, - disse Tremal-Naik, curvandosi sul davanzale. Due sipai si erano appostati a duecento metri dal bengalow. Vedendo i due indiani, puntarono
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scavato il tempio. Tuttavia non erano uomini da dare indietro né da esitare un sol momento, quantunque mille e mille pericoli li minacciassero. Appoggiate
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, ma vi erano più di ottocento metri da percorrere, cioè il tempo sufficiente perché gli inseguitori lo scoprissero. Pensò alle ruine che contornavano lo
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§Come aveva detto il maharatto, la notte era tempestosa. Enormi masse di vapori s'erano alzate dal sud e correvano disordinatamente per la volta
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dirigersi a poppa. Caricò la pipa e discese nella camera della macchina. I tre affiliati erano al loro posto, dinanzi ai forni, discorrendo a voce
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respirava ancora, ma quelle carni erano già fredde. - Il pover'uomo non ha potuto resistere alla potente stretta, - disse.- Tanto peggio per lui
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§All'improvvisa detonazione, gl'indiani erano balzati in piedi col laccio nella dritta e il pugnale nella sinistra. Vedendo il loro capo dibattersi
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indiani. Ora erano boschi magnifici di palmizi, di cocchi dall'aspetto maestoso, colle lunghe foglie disposte a cupola, e di manghi, stretti in mille
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, le braccia ed entrambi i piedi del prigioniero, e assalirono vigorosamente i ferri, cercando di non fare rumore. Tre sbarre erano state di già divelte
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quegli uomini? - chiese Aghur. - Sì, come vedo voi. - Cosa avevano sul petto? - Mi pare d'aver visto un tatuaggio. - Erano quelli di Raimangal
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con in mezzo il misterioso emblema. Le braccia che aveva nude, erano coperte di cicatrici bianche e da bizzarri segni, che un indiano stesso si sarebbe
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riflessi verdastri, Saranguy accostò due dita alle labbra e mandò un leggiero fischio. Tosto i due punti luminosi si slanciarono innanzi. Erano gli occhi di
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sbarcarono, dirigendosi quatti quatti verso quell'individuo che non dava segno di vita. Erano giunti ad una diecina di passi, quando un marabù si alzò
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§All'oriente cominciava ad albeggiare, quando il capitano Macpherson e Bhârata discesero nel cortile del bengalow. Erano armati tutti e due con
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§Kammamuri cominciava a diventare inquieto. Il sole calava rapidamente all'orizzonte ed i due cacciatori non erano ancora tornati, anzi nessun colpo
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occhi a poco a poco si erano accesi e risplendevano come due carboni infiammati; la sua faccia era divenuta d'una tinta più cupa e i lineamenti gli si
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s'erano entrambi risollevati, con rapidità fulminea, precipitandosi l'un sull'altro. Il secondo assalto non fu fortunato per la tigre. Il corno del
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indiani, i quali si lasciarono scivolare giù pei colonnati, fino a terra. Erano tutti quasi nudi. Un solo dubgah, specie di sottanino, d'un giallo sporco
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interrogatorio. Il thug prese un paio di pistole, guardò se erano cariche e uscì mettendosi in sentinella dinanzi alla porta. Il sergente cominciava allora a
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colle carabine fra le ginocchia. Erano trascorsi appena pochi minuti quando Tremal-Naik avvertì un acuto profumo che davagli alla testa, malgrado i
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§Erano trascorsi venti giorni. Tremal-Naik, mercé la sua robusta costituzione e le assidue cure dei suoi compagni, guariva rapidamente. La ferita si
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§I sotterranei di Raimangal, abitati dai settari di Kâlì, erano vasti quanto mai, forse assai più dei famosi sotterranei di Mavalipuran e di Ellora