I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA
fare? - chiese egli, sgomentato. - Suyodhana, - disse la giovanetta con un tono di voce da non lasciare dubbio. - Se tu tocchi un sol capello a
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! - aveva esclamato egli. - Sono perduto! Gettò un rapido sguardo all'intorno. Egli si trovava in una specie di radura d'una estensione di oltre mezzo miglio
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delle gigantesche piante. - Qualcuno s'avvicina, - mormorò egli. - Non muoverti, Kammamuri. Il fruscio cresceva e s'avvicinava, ma assai lentamente
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disperato. - Morto? ... Morto! - singhiozzò egli. - Tutti muoiono adunque attorno a me? Ma che ho fatto io, Siva, perché debba perdere tutti quelli che
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? - chiese egli guardandosi attorno. - Qualche fratello forse? - Guarda laggiù, - disse uno dei remiganti, additandogli la riva. - Passiamo dinanzi al bengalow
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, è un frastuono orribile di urla, di ruggiti, di sibili e di fischi, che gela il sangue. Dite al bengalese di porre piede nelle Sunderbunds ed egli
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perché l'hanno pugnalato? - È difficile il dirlo. Tu sai che il padrone voleva rivedere la visione. - Almeno così ha detto. - Egli, giunto all'isola
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testa, ed il suo sguardo percorreva rapidamente la circostante campagna. Si sarebbe detto che egli cercava qualche cosa, o che aspettava qualcuno. Passò
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sfuriate che minacciavano di riaprire la non ancora cicatrizzata ferita e si chiedevano chi mai poteva essere colei che portava quel nome che egli
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di fucile erasi udito rombare nella jungla. Egli non sapeva capacitarsi di quella prolungata assenza e di quell'assoluto silenzio. Entrava ed usciva
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gradini a quattro a quattro. Egli si precipitò nella cantina gettando un urlo terribile. - Fuggito? ... fuggito? ... - gridò egli, lacerandosi il petto
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tratto cambiò idea. - Vieni, Kammamuri, - diss'egli. - Prima d'incominciare la pugna, sarà meglio vedere con chi dobbiamo lottare. Egli trascinò il
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strano, pensò egli. - Avrei io paura? Spinse leggermente la porta che s'aprì senza far rumore ed entrò, movendo a passi di tigre verso il tavolo. Per
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avvicinarsi. - E uomini? Tremal-Naik trasalì. - Uomini! - esclamò egli, affettando sorpresa. - Dove vuoi che abbia trovato degli uomini, di notte, in
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. Non è la prima tigre che egli calpesta sotto le sue zampaccie o che scaglia in aria a fracassarsi le membra contro qualche albero. L'avete veduto voi
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traforò la veste toccandogli le carni. S'arrestò di botto indietreggiando. - Chi è là? - chiese egli con voce stridula, impugnando il coltellaccio e
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feroce sfiorò le sue labbra, mostrando due file di denti aguzzi come quelli di una tigre. - Dove sono? - chiese egli con voce sorda. Tremal-Naik
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l'avvicinarsi d'un nemico. - Oh! - esclamò egli. - Il barrito di Bhagavadi. Si curvò sul parapetto della terrazza. I cani del bengalow fecero udire i loro
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scoprire l'imboccatura del Mangal. - Presto! ... presto! - ripeteva egli. - Se i thugs s'accorgono dell'attacco, la mia Ada è perduta! ... - Ora che so
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. Però, bisogna dirlo, il bravo maharatto si allontanava dal suo padrone a malincuore, e quasi con rimorso. Egli, con ragione, temeva che Tremal-Naik
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dai numi? - esclamò egli furente - Dovrò io adunque perire ora che stringo fra le mie braccia colei che mi doveva far felice? Ah no! no, Ada, non ti
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spranghe di ferro. Il prigioniero s'avventò verso la feritoia, afferrando le zampe della fedele bestia. - Sono salvo! - esclamò egli. - Brava Darma, lo
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inutile quanto un bastone di ferro. Egli aveva paura che l'animale se la prendesse cogli alberi e s'avvicinasse allo stagno, scoprendo così Tremal-Naik
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questa sera. Al canotto, Kammamuri! - esclamò egli, con un tono di voce da non ammettere replica. - Ma, padrone! ... - Hai paura forse? - chiese
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a colpirlo. - Fallito! - gridò egli, gettando con collera l'arma. - Siamo scoperti! - Cosa facciamo, padrone? - chiese Kammamuri. - Mi pare che ogni
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stato toccato da una pila elettrica. - La vedi? - tuonò egli. - Sì, - rispose il gabbiere. - Dove? ... - Al sud. - Ed è? ... Il gabbiere non rispose
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era stato ancora ucciso. D'un balzo si gettò giù dalla lunetta colla sciabola in pugno. - A me, marinai! - urlò egli. Gli inglesi si radunarono in un
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. - Lo vedi? - chiese egli coi denti stretti. - Sì, capitano, - rispose Bhârata. - È seduto a poppa, fra due sipai e bene incatenato. - Presto! presto
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capitano si prepara ad assalire il covo dei thugs. Egli sa che Raimangal è la vostra sede. Kougli lo guardò con terrore. - Ma tu sei impazzito