I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA
troppo tardi, - disse Tremal-Naik, curvandosi sul davanzale. Due sipai si erano appostati a duecento metri dal bengalow. Vedendo i due indiani, puntarono
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riparata da una grande tenda. Bhârata non tardò a raggiungerlo trascinando a viva forza lo strangolatore Negapatnan. - Siedi e discorriamo, - disse il
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, veglierai su di lui. Tu sei forte e coraggioso e a te non scapperà. - Sono persuaso. Basterà un pugno per ridurlo all'impotenza, - disse Tremal- Naik
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di fuori a vegliare.- Esamina la ferita, Aghur, - disse Kammamuri. Il bengalese levò la fascia e guardò attentamente il petto del povero Tremal- Naik
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. - Aghur, - disse il maharatto, sgomentato. - Hai udito nulla questa notte? - Assolutamente nulla. - Nemmeno un gemito? - No, perché? - Hanno ucciso
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? ... Come fuggì? ... Come sei legato? Parla Saranguy, parla, - disse Bhârata fuori di sé. - Siamo stati giuocati. Potente Brahma! sono caduto
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a spingere in acqua il canotto. - Padrone, - disse Kammamuri, mentre Tremal-Naik vi balzava dentro. - Credi tu che incontreremo degli indiani lungo il
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, tu sei l'uomo che dovevo strozzare, - disse.- Che stupido che fui, a lasciarmi prendere. - Non ti sembra che l'agguato sia riuscito bene? - Non lo nego
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macchina, lasciò la camera e si slanciò sul ponte. - Bisogna volare, Udaipur, - disse Tremal-Naik. - I forni sono colmi di carbone, capitano. Abbiamo la
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qualcuno verrà, - disse il cacciatore di serpenti, sottovoce. - Sfortuna al primo che giunge sotto il tiro della mia carabina. - Credi adunque che
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avvicinandosi bruscamente ad Aghur, gli disse: - Hai udito mai il ramsinga? - Sì, padrone, rispose l'indiano, - ma una sola volta. - Quando? - La notte che
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. Pareva che cercassero reciprocamente di leggersi il pensiero che attraversava la loro mente. - Vergine della pagoda sacra, - disse dopo qualche
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del bengalow. - Si vede che sono prudenti quegli europei. - Sembra. - Ma tu lo libererai. - Io! - esclamò Saranguy. - Lo credo. - Chi te lo disse? - Non
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spingarde, - disse poi il capitano. Quindi rivolgendosi verso Tremal-Naik, continuò: - Ora tocca a te se vuoi la mano di mia figlia. - Ordinate, la mia
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, parla, - disse Tremal-Naik che già indovinava tutto. - È morto, padrone, - balbettò Kammamuri. Tremal-Naik si portò le mani alla testa con gesto
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rapidamente la rivoltella verso di lui. - Non un grido, non un passo, - gli disse, - o sei morto! L'indiano vedendosi dinanzi il prigioniero che lo teneva di
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giganteschi banchetti che la superstizione indiana offre loro gratuitamente. - Animo, - disse Tremal-Naik. - Bisogna giungere al forte prima che la
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Bhârata, - disse Macpherson. - Avete scorto qualche cosa, capitano? - chiese il sergente. - No, ma la tigre può essere tornata sui propri passi ed
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, attraversò quatto quatto il ponte, urtando forte col gomito un indiano che stava chiudendo il boccaporto di maestra. - Affrettati, - gli disse, nel
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disperazione. - Vuoi salvarti? - disse Bhârata, dopo un breve silenzio. - Parla, - disse Tremal-Naik con voce rotta. - Confessa tutto e forse il capitano ti
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compatriotti. Come si disse, dormiva, ma il suo sonno non era tranquillo. Grosse goccie di sudore irrigavano la sua fronte, che talvolta si
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tesi, poi si curvò e depose dolcemente a terra la giovanetta. Si strappò con rapido gesto le pistole dalla cintola e le armò. - Darma! - disse. La
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, salutando militarmente. - Conducete il mur-punky nel piccolo seno, - disse il capitano agli indiani. - E tu Bhârata, vieni con me. Il mur-punky prese
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, - disse Tremal-Naik. La tigre emise un sordo brontolìo. - Va' e sbranalo, amica mia. Darma guardò il padrone, poi l'indiano. I suoi occhi si dilatarono
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. - Padrone, - disse Kammamuri, dopo alcuni istanti di silenzio. - Cosa vuoi? - I cacciatori non sono ancora tornati. Temo che sia accaduta qualche disgrazia
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si decise di ritornare sui propri passi a costo di far andare in bestia Tremal-Naik. - Infine, - disse il bravo maharatto, - un compagno potrà
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un gruppo assai folto di bambù, alti non meno di diciotto metri. - Se ti è cara la vita, - disse rapidamente Tremal-Naik a Kammamuri, - non muoverti
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supremo. - Non muoverti, padrone! - disse il maharatto, che fissava negli occhi la belva, sempre raccolta su se stessa. - La ti ... gre! la ti ... gre
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, come si disse, si era fermato di colpo, sorpreso di trovarsi dinanzi ad una pagoda, là dove credeva di trovare la selvaggia jungla. - Una pagoda