I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA
mettere in dubbio la minaccia, s'era fermato, digrignando i denti come una pantera presa al laccio. - Tu! ... Saranguy! - esclamò, rigando colle unghie
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feroce sfiorò le sue labbra, mostrando due file di denti aguzzi come quelli di una tigre. - Dove sono? - chiese egli con voce sorda. Tremal-Naik
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. Allorché le tenebre stesero il loro nero velo sulla silenziosa jungla, Aghur montò pel primo la guardia, al di fuori della capanna, armato fino ai denti
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denti e curi l'alito. Passarono due ore lunghe come due secoli, durante le quali nessun rumore turbò il silenzio che regnava sotto la fitta ombra del
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cogli artigli aperti, e aprì la bocca mostrando una doppia fila di denti aguzzi. Il bengalese, che correva molto rapidamente, in pochi minuti giunse
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sollevò. Il poveretto non dava più segno di vita ed era inondato di sangue. La tigre gli aveva schiacciato la testa fra i denti. - È proprio morto
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buoni denti. Con una scossa allentò una corda che gl'impediva di curvare la testa poi, pazientemente, non badando al dolore, avvicinò uno dei polsi
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crearla. Aveva neri e vivi gli occhi, candidi i denti, bruna la pelle e dai suoi capelli d'un castagno cupo, ondeggianti sulle spalle, ne veniva un
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assai sviluppata e due magnifici denti aguzzi, arcuati all'insù. Sul dorso gli era già stata accomodata l'hauda, specie di navicella nella quale
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rombare nella jungla nera, la conosceva troppo bene perché potesse ingannarsi. - Grande Siva! - mormorò coi denti stretti. - Il padrone si difende
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, cupo, meditabondo. - Pazienza, - diss'egli coi denti stretti. - Quell'uomo tutto mi confesserà, dovessi strappargli ogni parola a colpi di ferro
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giovanetta coi denti stretti. - Cos'hai veduto nella pagoda? - Nulla. - Vergine della pagoda, tu corri un gran pericolo, - ripeté l'indiano con voce
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fece udire tre altre volte un sordo ringhio e si slanciò verso la porta mostrando i denti. Anche la tigre udì qualche cosa, poiché fece udire un
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, Negapatnan, - bisbigliò Tremal-Naik. La faccia del thug divenne terribile. Gli occhi mandavano sinistri bagliori. Le labbra lasciavano a nudo i denti
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alterati e le labbra semi-aperte che lasciavano a nudo i candidissimi denti: si sarebbe detto che era morta. Tremal-Naik le rialzò delicatamente i lunghi e
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diamanti; un naso diritto che nulla aveva d'indiano, labbra sottili, coralline, schiuse ad un melanconico sorriso che lasciava scorgere due file di denti
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. - Il banian! - disse Tremal-Naik. Kammamuri a quel nome fremette. - Padrone! - mormorò, coi denti stretti. - Non temere, maharatto. Deponi i remi e
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. - Lo vedi? - chiese egli coi denti stretti. - Sì, capitano, - rispose Bhârata. - È seduto a poppa, fra due sipai e bene incatenato. - Presto! presto
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elefante. - Un elefante! esclamarono i due indiani. - Un elefante qui! - Ma sì, era un elefante enorme, con una proboscide mostruosa, e due denti
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assalitori che venivano innanzi coi pugnali fra i denti e i lacci in mano, pronti a strangolarlo. Dalla canna usci una striscia di fuoco seguita da una
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rapita ... ma ... - digrignò i denti con rabbia e cacciò le unghie in terra. - Ada! ... Ad ... a! - ripeté. - Delira, - pensò il maharatto. - Sì, l'hanno
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. - Sono essi che vanno a Raimangal, - dissero i thugs. - Sapete quale sia la destinazione della Cornwall?- chiese Tremal-Naik, coi denti stretti
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ingranditi, mediante segni biancastri ben tracciati; i denti, poco prima bianchi come l'avorio, erano diventati neri come quelli del più arrabbiato