I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA
strani, e le sue labbra s'atteggiarono ad un riso, anzi ad un sogghigno che incuteva spavento. - Salve alla vergine della pagoda - diss'egli
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§Agli orologi della città inglese suonava la mezzanotte, quando la Devonshire, che sin dal mattino aveva acceso i suoi fuochi, abbandonava a tutto
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gigantesca palla di metallo, con una punta assai aguzza sostenente il misterioso serpente colla testa di donna. Agli angoli della pagoda scorgevansi il
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diritte, altre tortuose che salivano a toccare la superficie pantanosa dell'isola o che scendevano nelle viscere della terra. Qua antri orribili, umidi
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nell'agguato come uno stupido! - Ma spiegati, di' su, che non ho più sangue nelle vene. Come riuscì a evadere? Chi tagliò le sbarre della feritoia? - Loro
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una lunga ora. La luna s'alzò sull'orizzonte, illuminando vagamente le foreste e il corso della grande fiumana la quale mormorava gaiamente
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§Scesi senza aver destato l'allarme, nei sotterranei, non restava che cercare il gran tempio della dea Kâlì, piombare improvvisamente sull'orda e
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, - rispose il capo dei mahuts. - I battitori? - Sono di già sul limitare della jungla, coi cani. Uno dei più abili mahuts si collocò sul collo di Bhagavadi
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. Cercò di riordinare le idee, ma nel suo cervello regnava una confusione che non riusciva a diradare. Si rammentava vagamente di Negapatnan, della fuga
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balenò il sospetto che al poveretto fosse toccata qualche disgrazia, che i nemici lo avessero strangolato o che le tigri della jungla l'avessero
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, giungeva al bengalow del capitano Macpherson. Un uomo era appoggiato alla soglia della porta e sbadigliava, respirando fragorosamente la fresca aria del
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' rimbombare l'hulok sospeso alla porta della capanna e più volte bruciò una carica di polvere. Il silenzio che regnava nelle pianure del sud non fu rotto
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, in modo da farlo sembrare un ammasso di canne in balìa della corrente. - Fa oscuro, - diss'egli nascondendovisi sotto con Tremal-Naik e Darma
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pistola del maharatto. - Ah! miserabile! - esclamò Tremal-Naik furente. - Padrone! - gridò Kammamuri, accorrendo in compagnia della tigre e del cane
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padre della vergine della pagoda sacra. - Come mi conosci? - Ti vidi parecchie volte a Calcutta. Una notte anzi ti seguii, sperando di strangolarti
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ed il pugnale nella sinistra, passare come una freccia dinanzi alla macchia e scomparire nel folto della jungla. - L'hai veduto, Kammamuri? - chiese
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si installava sulla crocetta dell'albero, armato d'un potente cannocchiale. Alla voce del nuovo comandante, Udaipur che aveva preso il comando della
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. Il moribondo s'era rianimato come il soldato che ode lo squillo di tromba che dà il segnale della mischia. - Kammamuri? - articolò con uno sforzo
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gettarvi le ceneri dei loro defunti o per bagnarvisi è uno dei più importanti fiumi della grande penisola asiatica. La sua lunghezza non supera le cinquanta
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§Ad oriente cominciava ad albeggiare, quando il canotto giunse alle sponde della jungla nera. Nulla di nuovo pareva che fosse accaduto. La capanna si
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ombre della notte, un uomo stava sdraiato ai piedi di un grande tamarindo. Poteva avere trentacinque o trentasei anni e portava la divisa di capitano dei
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qualcuno verrà, - disse il cacciatore di serpenti, sottovoce. - Sfortuna al primo che giunge sotto il tiro della mia carabina. - Credi adunque che
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fissò angosciosamente le vampe che s'alzavano e s'abbassavano, illuminando bizzarramente le affumicate pareti della capanna. - Manciadi, - proseguì
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sul fondo oscuro del cielo, con effetto fantastico, illuminava una vasta e solida capanna di bambù, ai piedi della quale dormiva, avvolto in un gran
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, fortunatamente, era assai grossa e munita di solidi chiavistelli. I due indiani, in pochi istanti, vi accumularono dietro i mobili della stanza
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ramsinga strapparono il cacciatore di serpenti dalle sue meditazioni. Alzò il capo come un cavallo di battaglia che ode il segnale della carica, gettò
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vita è vostra, - rispose l'indiano. - È necessario che tu faccia prigioniero l'equipaggio della cannoniera. - Lo farò. - Ma bisogna che nessuno fugga
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il tavolo. - Non Saranguy, ma Tremal-Naik, il cacciatore di serpenti della jungla nera, - rispose l'indiano senza abbassare l'arma. Bhârata lo guardò
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mezzo della quale contorcevasi un oggetto lungo lungo, sparso di macchie. Quel corpo emetteva dei sibili acuti, particolari ai serpenti, allorché sono