I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA
§Era una magnifica notte d'agosto, una vera notte tropicale. L'aria era tiepida, dolce, elastica, imbalsamata dal soave profumo dei gelsomini, degli
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doveva salire il rogo e Kammamuri morire tra i serpenti. Suyodhana fu quello che si oppose. Negapatnan era caduto in mano degli inglesi e bisognava
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file degli indiani. - Si dia fiato ai tarè, - comandò il terribile capo degli strangolatori. Due indiani presero due lunghe trombe e trassero alcune
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terribili degli uomini. Rappresentano la dea Kâlì. - T'inganni, Bhârata! T'inganni! - Tanto peggio. - Tremal-Naik si prese la fronte fra le mani
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degli elefanti e alle corna dei buoi del dio Siva. Cosa strana, incomprensibile, misteriosa: man mano che saliva sentivasi il cuore battere
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misterioso degli indiani di Raimangal, e sotto alcune righe d'una scrittura rossa. - Cosa significano queste righe? - si chiese il maharatto. - Qui sotto c'è
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d'ammazzarti? Degli uomini forse? - Uomini? ... Chi parla d'uomini? - Di' su. - Ma non sono stati uomini, - disse il bengalese. - Sì, sì, non m'inganno, era un
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fischi; un tremito formidabile scuoteva il battello dalla chiglia alla cima degli alberi, dall'asta di prua a quella di poppa. Ben presto il manometro
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, sceglierà la via d'acqua per giungere a Raimangal. - È probabile, - disse Tremal-Naik. - A Calcutta ed al forte William abbiamo degli affiliati
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essere a mezzo miglio da qui, nella direzione presa dal mio padrone. Che assassinino qualcuno? La paura di cadere nelle mani degli indiani era forte, ma
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. - Aiuto! ... - tornò ad urlare. Dalla parte degli alberi si udì un potente grugnito. Il maharatto, tremante di spavento, vide il muso triangolare del
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andava sfumando e udì il tintinnìo degli speroni. Riprese la rivoltella e le si mise dietro, risoluto a raggiungerla. Salì una gradinata e guadagnò un
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salgono il fiume. Non vedi degli uomini, sulla terrazza? Tremal-Naik diresse lo sguardo verso il bengalow. Sulla terrazza che dominava il fiume scorse un
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avvicinarsi. - E uomini? Tremal-Naik trasalì. - Uomini! - esclamò egli, affettando sorpresa. - Dove vuoi che abbia trovato degli uomini, di notte, in
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mastro-cannoniere. -Kâlì! ... Kâlì ... - urlarono i thugs. Era il grido di guerra degli strangolatori e fu appoggiato da una tremenda grandinata di palle
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su se stesso, verso la punta settentrionale dell'isola Raimangal, sede degli esseri misteriosi che avevano assassinato il povero Hurti. Un silenzio
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a spingere in acqua il canotto. - Padrone, - disse Kammamuri, mentre Tremal-Naik vi balzava dentro. - Credi tu che incontreremo degli indiani lungo il
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avete bisogno d'un uomo forte e coraggioso, che non teme né le belve, né l'ira degli dei, sono vostro. - Vieni, o prode indiano, e non avrai a lagnarti
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. - D'un mostro! ... Quella donna sarà forse al pari degli altri. - Non ripetere quest'insulto, Kammamuri, - esclamò Tremal-Naik, con accento minaccioso
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rive dell'isola Raimangal ed Aghur d'avere udito degli strani rumori provenire dal banian sacro. - Ah! dal banian! - esclamò Tremal-Naik. - Hai udito
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arrampicati sulle griselle, sulle coffe, sulle crocette e sui pennoni. A poppa scorse degli uomini che stavano armando alcune imbarcazioni. Guardò sulla
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nella mia jungla, lontano da te? Credi tu che non abbia provato dei tormenti, quando colpito al petto dal pugnale degli assassini, languivo impotente nel