I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA
addosso al thug col pugnale in mano. Afferrarlo strettamente per la gola e cacciargli l'arma nel petto fu cosa d'un solo istante. Lo strangolatore cadde
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§All'improvvisa detonazione, gl'indiani erano balzati in piedi col laccio nella dritta e il pugnale nella sinistra. Vedendo il loro capo dibattersi
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§Uscita dalla pagoda, Ada, ancora commossa, col volto ancor bagnato di lagrime, ma gli occhi sfavillanti di fierezza, era entrata in un piccolo
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loro cadaveri erano stati trovati nudi e col misterioso tatuaggio sul petto. Il capitano Hall, sette giorni or sono, si metteva in campagna con alcuni
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col petto tatuato e i fianchi stretti da un laccio. Non potei udire il dialogo che tennero, ma Saranguy, prima di separarsi disse forte al compagno
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, attraversò quatto quatto il ponte, urtando forte col gomito un indiano che stava chiudendo il boccaporto di maestra. - Affrettati, - gli disse, nel
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e parve che s'incendiassero. Aveva compreso ciò che il cacciatore di serpenti desiderava. Si abbassò fino a toccare col ventre la terra, guardò
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, soffocante, avvelenata. Tremal-Naik, sdraiato a poppa, col fucile sottomano, taceva e teneva aperti gli occhi fissandoli ora sull'una e ora sull'altra
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col petto sporgente, la pelliccia nera, bruna o grigia e il volto quasi umano, apparivano fra le macchie di alberi, dondolandosi fra i rami, facendo
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col pugnale lo trafisse. - Muori, ché la dea lo vuole! - gli gridò un'ultima volta Manciadi. Aghur, col volto cinereo, gli occhi schizzanti dalle
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a poppa, col remo in mano, cercando di dirigere il canotto. L'uragano allora raddoppiava di violenza e alla notte oscura era successa una notte di
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col capitano che la comanda e gli uomini che la montano. - Ami sempre la vergine della pagoda, adunque? - L'amo e tanto, che se ella mi venisse a
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cavallo col calcio del revolver. - Cadremo fra i sipai! - È assediato forse Kougli? - Quando lo lasciai, c'erano dei sipai nel bosco. - Andremo cauti
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animali si guardarono reciprocamente per qualche istante. La tigre, che forse sapeva di nulla avere da guadagnare in una lotta col brutale colosso, cercò
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proprie mani. Era là, disteso accanto ad uno stagno, col laccio al collo e un pugnale nel petto. Il miserabile Manciadi, dopo d'averlo atterrato, lo ha
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appare, uccidilo. Negapatnan ubbidì prendendo il laccio nella mano dritta. Tremal-Naik si mise di fronte a lui, dietro allo stipite della porta, col
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spacco il cranio col calcio della mia carabina. - Volete assassinarmi! - piagnucolò Manciadi. - Sì, se non ti spieghi. Cosa sei venuto a far qui? - Sono un
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stuoia stavasene un indiano alto come il truce Suyodhana, spalmato di fresco d'olio di cocco, col misterioso tatuaggio sul petto. La sua faccia era
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della fidanzata, e s'avvicinò al pozzo col coltellaccio fra i denti e la carabina armata. La tigre lo seguiva, brontolando. Non aveva fatto dieci passi
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tieni ben appresso i rossi. Una volta libero, espugna l'abitazione e tronca la testa del capitano. Nagor segnalerà la sua presenza col noto fischio e ti
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proboscide tre o quattro volte l'aria a diverse altezze, s'addentrò nella jungla, sfondando col suo petto la massa di verzura. - Sta' bene attento
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illuminò il suo bronzeo volto. - Mi riconosci, padrone? - chiese il maharatto. Il ferito fece un cenno affermativo col capo e mosse le labbra come per
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! - gridò Tremal-Naik. Una superba tigre reale, di alta statura, di forme vigorose, col mantello aranciato e screziato di nero, uscì dalla capanna e fissò il
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. Dinanzi a lui, sul limitare di una porta dorata, stavasene ritta una fanciulla di meravigliosa bellezza, col più angoscioso terrore dipinto sul volto