I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA
loro cadaveri erano stati trovati nudi e col misterioso tatuaggio sul petto. Il capitano Hall, sette giorni or sono, si metteva in campagna con alcuni
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inquietudini. Per qualche istante poté discernere le tre scialuppe che s'allontanavano senza far rumore, poi le perdette di vista. Passarono alcuni minuti
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contemplare la mostruosa divinità, dietro la quale stava Tremal-Naik col coltello fra i denti e le pistole in pugno poi fece alcuni passi innanzi. Dietro a lui
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lontananza però, sulla fosca linea dell'orizzonte, spiccavano qua e là alcuni alberi, dei manghi carichi di frutta squisite, dei palmizi tara, dei latania e
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rovesciò, aggrappandosi alla chiglia. - Aiuto! ... aiuto! ... - gridò con voce tonante. Alcuni marinai si slanciarono sulla prua della fregata, poi una
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,- rispose il cacciatore di serpenti quasi con rabbia. - Ho sofferto troppo in quell'amaca, è ora che la sia finita. Egli fece alcuni passi innanzi senza
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. Alcuni uomini rotolarono sul ponte. Gli altri, smarriti, sorpresi da quell'improvviso attacco, che certamente non s'aspettavano, si precipitarono a
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. - Tira avanti. - Ieri sera approdai alla riva opposta del Mangal, e mi appiattai nella jungla, due ore dopo mi si slanciarono addosso alcuni uomini e
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. Si levò dalla cintura una carta, la spiegò e la guardò alcuni istanti con profonda attenzione. - I thugs, - disse - tu lo sai, amano Negapatnan, che
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neri capelli che le cadevano sulla nivea fronte e la contemplò per alcuni istanti, rattenendo persino il respiro. Indi a poco la toccò in fronte e
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precipitati ed alcuni uomini s'arrestarono dinanzi alla feritoia. - Ehi! - esclamò una voce che Tremal-Naik riconobbe per quella di Bhârata. - Dov'è
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-Naik pensò alcuni istanti, poi disse: - Quell'uomo è ancora vivo e probabilmente non morrà; veglierai su di lui. Chissà, forse potrebbe esserci ancora
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rapidità, trascinando ammassi di bambù strappati probabilmente alle Sunderbunds del settentrione e gran numero di tronchi d'albero. Stettero alcuni
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alcuni colpi di fucile ma non colsero nel segno. - Tremal-Naik entrò come una bomba in una palizzata. Un cavallo era sdraiato per terra. Con un pugno lo
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una grandiosa pagoda. Fece alcuni passi innanzi, poi ritornò rapidamente indietro riguadagnando i bambù. Due uomini si erano mostrati all'aperto e
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vedere. Eppure era sicuro di aver urtato contro qualche cosa, che non doveva essere una foglia di bambù. Stette alcuni minuti immobile come una statua
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un orribile scroscio di risa. Il cacciatore di serpenti non si mosse. L'indiano allora uscì dai bambù, col laccio in mano, e fece alcuni passi verso il
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braminiche e giganteschi arghilah, alcuni dei quali affacendati a far scomparire tutto intero qualche corvo impertinente, che aveva osato disputare a loro
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, più volte. - Un'ombra laggiù! Se fosse la mia visione? ... Tira innanzi, Aghur. - Quell'ombra mi guardò per alcuni istanti, poi tese un braccio verso
Accademia della crusca
