I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA
quanto il suo passo fosse silenzioso, fu avvertito da quell'uomo il quale s'alzò bruscamente. - Bhârata! - esclamò Tremal-Naik. - Ah! ... Puntò
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colle unghie. Balzò come una tigre verso la feritoia. Un secondo urlo gli irruppe dalle frementi labbra. - Ah! Miserabile! Gettò all'interno uno
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questa Kâlì? Io l'ho udito ancora questo nome. - Sì, l'hai udito la notte che cadesti sotto il pugnale di Suyodhana. Ah! ... ah!.. che bel colpo fu
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. - Ada! balbettò. - Cosa vuoi, padrone? - Ah! come ... era bella ... bel ... la! - Cosa vuoi dire? Chi era bella? - Ma ... ledetti ... l'han ... no
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, soffro ed anelo l'istante di rivederti. Ah! ... Eccola, eccola ... i suoi azzurri occhi mi guardano, le sue labbra sorridono ... Oh! come è divino quel
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nascosto fra le mani. - Ah! - esclamò egli con dolore. - Tu adunque non vuoi che parli. La fanciulla si scosse e lo fissò, con occhi umidi. - Perché
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mi sentii stringere il collo da un laccio ... - Ah! - esclamarono i due indiani. - Un laccio, hai detto? - Sì - confermò il bengalese. - Gii hai veduti
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, - disse l'inflessibile indiano. - Giura, vergine della pagoda, o io spengo quell'uomo. - Ah! maledetti! ... - Giura! - Ebbene! ... - esclamò l'infelice
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pistola del maharatto. - Ah! miserabile! - esclamò Tremal-Naik furente. - Padrone! - gridò Kammamuri, accorrendo in compagnia della tigre e del cane
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dove si trova e che tu mi guidi, non ho più alcun timore mio bravo indiano, - rispondeva il capitano. - Ah! ... finalmente potrò vederla dopo tanti
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, - disse l'indiano entrando, ma pronunciando le parole quasi con pena. - Ah! sei tu, amico, - rispose Kougli, alzandosi prontamente. - Cominciava a
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thugs non sarebbero giunti fino a lei. Tre giorni dopo, non lo crederai, la mia Ada si svegliava col tatuaggio degli strangolatori sulle braccia. - Ah
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laccio attorno al collo ed il corpo era stato straziato dai marabù. - Aghur! Mio povero Aghur! - ripeté Kammamuri, abbracciando il cadavere. - Ah
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dai numi? - esclamò egli furente - Dovrò io adunque perire ora che stringo fra le mie braccia colei che mi doveva far felice? Ah no! no, Ada, non ti
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patto puoi salvare la vita. - Ah! tu vuoi farmi parlare? E su cosa? - Sono il padre di Ada Corishant. - Ebbene? - Non ho perduta ancora la speranza
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. - Ah padrone! Cosa hai fatto! - disse il povero maharatto. - Li avremo tutti addosso e ci strangoleranno come il disgraziato Hurti. - Ho vendicato il
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il tronco del banian, si era alzato di scatto colla carabina in mano. - Ah! maledetti! - esclamò egli con voce sorda togliendoli di mira. - Cosa fai
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jungla, anzi ti metterò a guardia di uno strangolatore che è caduto in nostra mano. - Ah! - esclamò Tremal-Naik, che non riuscì a frenare il lampo di
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! ... Ed io stavo per ucciderle il padre! ... Ah! ... l'orribile trama! ... Poi cadendo ai piedi del letto esclamò: - Perdono! ... perdono! ... Il capitano
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meglio che poté. Era tempo! Due sipai armati e muniti d'una torcia resinosa entrarono. - Ah! - esclamò uno. - Ci sei ancora, Saranguy? - Chiudi il becco
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. - Ah! padrone ... - Non ti senti il coraggio bastante per venire laggiù? - Del coraggio ne ho, padrone. Volevo dire che fai male a recarti in
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! - esclamò affannosamente il bengalese. - Ah! ... che paura! ... Credevo di essere stato ammazzato sul colpo! - Ma cos'hai veduto? Chi cercò
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, Darma! - disse Tremal-Naik, rovesciandola. - Che la dea mi fulmini! - gridò uno dei due indiani. - È lui. - Da' il segnale, Huka! - comandò l'altro. - Ah
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eccitazione. Un sorriso sinistro sfiorò le sue labbra e guardò trucemente. - Ah! - esclamò egli con voce appena distinta. - Negapatnan è qui! I
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rintronarono. I thugs, quantunque di già lontani un cinque o seicento braccia, udirono le palle fischiare sopra l'imbarcazione. - Ah! briganti
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che mi pugnalò. - Ah! miserabile! Suyodhana entrò rapidamente nel tempio, s'inchinò dinanzi alla mostruosa divinità di bronzo e volgendosi verso