I FIGLI DELL'ARIA
Appena terminata la colazione, Rokoff e Fedoro prendevano i fucili per andare in cerca dell'orso, mentre il capitano andava a gettare le sue reti per
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spento Sing-Sing. - E dove? - chiese Fedoro. - Nella vostra stanza. - È impossibile! Voi mentite! - gridò il russo. - Rokoff, amico mio, queste
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facilmente. - Chi sono costoro? - chiese Rokoff, il quale aveva introdotta una nuova cartuccia nella carabina. - Dei briganti? - Nomadi mongoli - rispose il
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capitano avesse avuto intenzione di entrare nella provincia indiana d'Assam, invece che di scendere nel Bengala. Rokoff, che si era accorto di quel
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Quanto Rokoff e il suo amico Fedoro dormirono? Non lo seppero mai e non si curarono nemmeno di saperlo, perché una sorpresa ben più interessante li
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Nonostante le parole rassicuranti del capitano, Rokoff tardò molto a chiudere gli occhi, parendogli sempre di udire le unghie dell'orso contro la
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trovavano ora imprigionati fra quelle pareti che non permettevano nessuna scalata. - Che cosa ne dite? - chiese Rokoff al capitano. - Che siamo caduti dalla
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calata la notte, eppur non devono essere che le tre o le quattro del pomeriggio - disse Rokoff, il quale aveva già fatto il suo primo giro intorno allo
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fenomeni una manifestazione della potenza del loro Dio. - Un bacino splendido - disse Rokoff, che lo osservava col cannocchiale. - E che montagne immense che
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bisbigli. Rokoff, Fedoro e la loro scorta percorsero cinque o seicento passi, salendo di quando in quando delle gradinate, poi giunsero dinanzi a una
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equipaggi, aveva consigliato Rokoff di gettarsi subito dietro l'isolotto, onde non rimanere esposti al fuoco del veliero. - Vi giungeremo prima che
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? - Purtroppo - rispose il cinese. - E vi hanno condannato? - chiese Rokoff. - Quindici giorni or sono ho trovato sotto il mio capezzale una carta con il
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facciano sparire! . . . . . . . . . . . . . . . Fedoro e Rokoff erano rimasti come inebetiti dall'orrore, dinanzi all'atroce scena che si svolgeva sotto
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si era arrestato un solo istante, aveva già attraversato almeno un terzo del deserto, il capitano mostrò a Fedoro e a Rokoff una catena di altissime
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su una pubblica piazza. Rokoff, comprendendo che la sua esistenza stava per finire, era stato preso da un tale eccesso di furore, da temere che
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Tipperah, che dividono il Bengala orientale dalla Birmania. - Perché cambiate rotta? - chiese Rokoff, sorpreso. - Vi è una città da evitare, che è
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il sud-ovest? - chiese Rokoff. Il capitano guardò il cosacco per qualche minuto, ma non rispose, anzi si allontanò raggiungendo il macchinista che
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che finivano, agli angoli, in punte arcuate, adorne di campanelli che il vento sbatacchiava con un tintinnio assordante. Fedoro e Rokoff, ancora
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riprendono, beati loro, il loro posto ... in attesa di fare un nuovo viaggio all'altro mondo! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Rokoff, udendo tutte
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all'infuori e dei moschettoni lunghi, pesanti e a miccia. - Che splendidi guerrieri! - esclamò Rokoff. - Non saranno certamente quelli che ci
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dei cinesi, i due prigionieri condannati a morte. Rokoff e Fedoro, appena usciti dalla tenda, si erano arrestati mandando un duplice grido di sorpresa
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squallore di questo deserto, mi sento scombussolato - aveva detto Rokoff. - Che sia la rarefazione dell'aria? - Può essere - aveva risposto il
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girare il capo al predicatore. Come abbiamo veduto, la predica era terminata malamente e Rokoff era dovuto scappare a precipizio, per non farsi
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gaglioffo che ha avuto il coraggio di propormi tale unione! - gridò Rokoff, gettando sguardi feroci sul monaco. - Ma costui è pazzo! Pazzo da legare
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svilupparsi e coprono tronchi, rami e foglie d'uno strato di cera purissima. - E come si fa a raccoglierla? - chiese Rokoff. - Non mi sembra cosa facile
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quei disgraziati. - Che cosa stanno facendo quei mostri? - chiese Rokoff, additando gli aguzzini. - Cercano di prolungare l'agonia alle loro vittime
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bruscamente, rovesciandosi su un fianco o sull'altro, con gran terrore di Rokoff e di Fedoro, che temevano di vederlo precipitare in quel baratro
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coltellacci, e a terra si vedevano certe specie di tromboni colle canne che s'allargano in forma di imbuto. - Che musi - disse Rokoff, che li osservava
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Quando Rokoff e Fedoro, dopo una tranquilla dormita, uscirono dal fuso, videro il capitano che stava esaminando attentamente le piante del tè che
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era spinto oltre il villaggio assieme a Rokoff. - Se noi non arrestavamo quei furibondi animali, potevamo considerare il nostro viaggio finito per
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come una foca. - Ne ho abbastanza dei cinesi e delle loro lanterne. - Non sei entusiasta di questo spettacolo, Rokoff? - chiese il giovane, ridendo
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Mentre Fedoro e Rokoff venivano scaraventati nel lago dalla scarica elettrica che aveva colpito la prora del fuso e si salvarono miracolosamente
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addosso qualche bomba? - chiese Rokoff. Il capitano non rispose. Guardava attentamente un bastione che si trovava al nord della città, difeso da una
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cosacco, poi se li fece sedere accanto, Fedoro a sinistra, posto d'onore, e Rokoff a destra. Quasi subito i battenti d'una porta s'aprirono e una