I FIGLI DELL'ARIA
me e che mi colpiranno al cuore. - I bravi della hoè! - esclamò Fedoro impallidendo. - Della "Campana d'argento" - aggiunse Sing-Sing, con un sospiro
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risparmiare le cartucce, almeno fino a quando avremo raggiunto o superate quelle colline. - Rokoff - disse Fedoro. - A me il cavaliere di destra; a te quello
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di non farti cogliere in fallo. - Me ne sono accorto anch'io - rispose il russo. Il Lama, dopo aver scosso più volte la testa ed essersi lisciata
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ricetta me l'ha data un monaco del monte Athos. - Ma dove siete stato voi? Si direbbe che nessun angolo del mondo vi sia sconosciuto. Avete attraversato
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? Un russo al par di me, perché nessuno, per quanto conosca bene la nostra lingua, può parlarla così bene e con quell'accento. Il capitano lo guardò in
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. - In quanto a me, non ne avrò bisogno. - No - disse il cosacco, con tono risoluto. - Esporre Fedoro ad un simile pericolo mai; d'altronde possiamo
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cosacco - disse Fedoro, ridendo. Allora bevi dell'acqua; io vado a dormire; ma prima farò un'esplorazione nel nostro appartamento e se trovo un buco me
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portato con me tutto il necessario per le riparazioni. Il mio macchinista s'incaricherà di guarire la nostra povera ala. Si vede ancora il fortino? - No
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, venivano presentate due macchine volanti: una ideata da Spencer, l'altra da Kaufmann. Salvo alcune modificazioni da me introdotte, rassomigliavano
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di me. Si dice che i miei compatrioti hanno paura degli uomini bianchi e la vostra venuta può forse salvarmi la vita. - Che cosa dite, Sing-Sing
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. - Avete del tè da venderci? - Sì, signore. Me ne porterete quanto più potrete; vi avverto però che se vi farete attendere troppo o se fuggirete, manderò ad
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sta dietro di me. Salirono in punta dei piedi i quattro gradini che mettevano sotto il boccaporto, poi il cosacco tirò risolutamente la sbarra che
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vero, me la pagheranno cara! Prese la lampada e si diresse velocemente verso i piani di babordo. - Canaglie! - gridò. - Ci hanno rovinati! I tibetani
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cavarcela alla meglio. Lascia fare a me, Rokoff. La porta si era aperta e i due europei erano stati introdotti in una vasta sala illuminata da parecchie
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! - Macchinista! - Signore! - Ferma anche le eliche. - Capitano! - esclamò a un tratto Fedoro. - Il vento è improvvisamente cessato. - Me ne sono
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! ... - esclamò Fedoro. - No, caduto. - Come lo sai tu? - chiese Rokoff sorpreso. - Quando le onde mi hanno portato a galla, io l'ho veduto ... sì ... me lo
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torri cinesi. - Anche a me sembra che sia lo stesso - rispose il comandante. - Puoi far scendere lo "Sparviero" su quella piattaforma? - Sì, signore. Le
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come due veri amici. - Questa vostra improvvisa risoluzione mi stupisce, capitano. - Non dipende da me, bensì da quell'uomo che voi avete trovato a
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me. - Imbarchiamoci. - E il macchinista non s'inquieterà per la nostra assenza? - chiese Fedoro. - Non occupatevi di lui - rispose il capitano
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gentile, Fedoro, quantunque un po' originale. - Che ci terrà buona compagnia. Buona notte, amico; me ne torno alla mia cabina. E si separarono, lieti
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con un incessante agitare della coda. - La macchina è libera - disse Rokoff. - Approfittiamone. - Lasciate fare a me - rispose il capitano. - Voi non
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momento caduto, colpendolo sulla testa. - Diavolo - esclamò. - Prima uno a voi, ora uno a me! - Vi dico, capitano, che lassù vi è qualcuno che si diverte
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ammetterlo senza riserve - disse Rokoff, con entusiasmo. - Verrete con me? Mi annoiavo di essere solo o quasi. - Non vi lasceremo, se così vi piace
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. Hanno voluto solamente spaventarci, sperando forse che noi confessassimo il delitto che non abbiamo commesso. - Ti giuro che non me ne andrò da
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non l'avrei di certo invidiato. - Perché non avete mai assaggiato la carne dell'onagro. Me ne direte qualche cosa domani, se riusciremo a catturarne
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vestita da donna. - Non domando tanto da voi - disse il capitano. - Non sono così pazzo da consigliarvi ad accettare. - Che cosa volete infine da me
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capitano. - Eppure io non avrei esitato a tentare il salto - disse Rokoff, che guardava il torrente. - L'acqua deve essere profondissima e me la sarei
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Khurull-Kyma-Chamik. - Una commissione per me? - chiese il cosacco, che si sentiva bagnare la fronte da freddo sudore. - Quattromila montoni, trecento