I FIGLI DELL'ARIA
. Condannati a morte dai mandarini, onde evitare che potessero in qualche modo informare l'ambasciata, il miserabile magistrato li aveva indegnamente
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, degli splendidi molossi di razza tibetana, dai dorsi poderosi, le labbra penzolanti, il muso raggrinzato, reso maggiormente feroce da due profonde
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contano non pochi centri popolosi e alcune città notevoli per la bellezza dei loro palagi, abitati un tempo dai re assamesi. Lo "Sparviero", verso le
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scovarlo. - Volevo proportelo. - Vieni Fedoro. Strisciarono fuori dai cespugli e si diressero verso le betulle, le quali continuavano ad agitarsi
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gabbia occupata dai due europei, poi si ritirarono precipitosamente per paura di venire afferrati dalle poderose mani dell'ufficiale dei cosacchi. Altri
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abitanti, nonostante le gigantesche dighe costruite dai primi imperatori cinesi e continuate fino ai nostri giorni. Nel momento in cui lo "Sparviero
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s'immergeva fra le tenebre. Le immense cupole a scaglie azzurre dai riflessi dorati dei giganteschi templi buddisti; i tetti gialli dal lampo accecante
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. In un angolo però si vedeva uno di quei letti usati dai contadini cinesi, fatti di mattoni con uno spazio vuoto al disotto onde collocarvi il fuoco
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regione abitata da fanatici e potremmo avere peggiore accoglienza che nel vallone. L'uomo bianco qui non è tollerato. - Nemmeno dai monaci! - Soprattutto
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montagna, più innanzi una serie di cumuli che si profilavano indefinitivamente. In certi luoghi vi erano delle enormi valanghe staccatesi dai Crevaux
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lapidare o, peggio ancora, moschettare dai pellegrini. La paura aveva fatto snebbiare il cervello del cosacco, il quale aveva finalmente compreso quale
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dell'Ambasciata. Due uomini seminudi, dai volti arcigni, colle code arrotolate intorno al capo, armati di certi coltellacci che pendevano snudati dalle
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nemmeno guardare senza provare un vero senso di nausea, si succedono. Il riso è il primo piatto, che viene presto finito dai commensali, aiutandosi con
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volteggiavano bande di corvi e di bellissime e grasse gen-gang, ossia anitre mandarine, assai stimate dai buongustai cinesi. Essendo la corrente non molto
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oasi dove si vedevano saltellare in gran numero montoni selvatici, dei grandi cervi chiamati mara dai mongoli, dei caprioli dalle forme sottili ed
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ricevendo risposta, il Lama si lasciò sfuggire un gesto di sorpresa. E infatti il sapiente doveva ben stupirsi di non farsi capire dai figli di Buddha
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velocità di trenta chilometri all'ora, ora s'abbassava nell'abisso, ora volteggiava invece sopra i ghiacciai scroscianti, dai cui margini precipitavano
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immobile presso il boccaporto, rannicchiato su se stesso, aveva fatto un passo indietro, senza staccare gli occhi dai quattro aeronauti. Non pareva
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aveva rinnovato le lastre fuse dal fulmine e il capitano e il suo misterioso e taciturno compagno avevano riparato i danni sofferti dai piani
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sulla cima una statua rappresentante Mahamonnie, una delle divinità adorate dai butani. Le case degli abitanti, invece, sorgevano più lontano
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tutta la cittadella, scendeva in quel momento con una certa rapidità, sorretto solamente dai suoi piani inclinati che funzionavano da paracadute. Le ali
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realmente d'un lungo pezzo di stoffa che aveva subito riconosciuta. Era un pezzo di seta levato dai piani orizzontali. - Ci guastano lo "Sparviero"! - urlò
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Tibet per un passo del Tokusdeban-geb, librandosi su quegli sterminati e spaventevoli altipiani, sferzati dai gelidi venti del settentrione. Misterioso
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non potevano espandersi. La processione giungeva, preceduta dai suonatori. I calmucchi, tenendo le lampade in mano, saltavano come caproni impazziti
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dai soldati, strappavano di dosso ai due russi le loro vesti, costringendoli ad indossare una ruvida keu- ku, specie di casacca fornita d'ampie
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pareva corresse intorno all'edificio e che era illuminato, ogni dieci o quindici passi, da una lanterna di talco simile a quelle usate dai cinesi. Di
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singhiozzi della numerosa servitù del ricco cinese, echeggiavano dovunque. Fedoro e Rokoff, non essendo stati spogliati dai misteriosi nemici che li
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il capitano. - La minaccia di scatenare il terribile drago ha fatto effetto. Il vecchio era ricomparso seguito dai due portatori della bara carichi
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fucili dai russi di Kiathta e una palla può raggiungerci. - Sono lontani questi laghi del Caracorum? - Se continuiamo ad avanzare con questa velocità
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intenzione di venirci a fare una visita. - Delle aquile! - esclamò Rokoff. - Non le vedete? Vengono dai Tian-Scian ed ingrandiscono a vista d'occhio - disse
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! L'esistenza che conducono però questi Buddha non è molto allegra. Confinati nei più celebri monasteri, dai quali non possono uscire, trascorrono la loro
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tenendo fra le labbra una di quelle monumentali pipe di porcellana, usate dagli olandesi e dai tedeschi. Il compagno del capitano era un bel giovane di