I CORSARI DELLE BERMUDE
fuoco di fucileria. Gli americani del castello di prora appoggiavano gli artiglieri del Corsaro. La corvetta, approfittando della confusione che
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di un buon numero di bocche da fuoco e d'una fregata che poteva tener testa alla Tuonante. Ritornare alla Mistica era impossibile, poiché la via era
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un'accozzaglia di piantatori e di marinai, quasi nuovi al fuoco, armati di archibugi di diversi calibri e quasi tutti privi di baionetta. Durante la
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collocando due bocche da fuoco. - Corpo di Batz! - esclamò con viva allegrezza. - Ci siamo davvero! La corvetta aveva gettato le àncore a quattrocento
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avevano guarnito i forti di numerose e grosse bocche da fuoco. Per di più avevano raccolto nella baia una squadra di fregate e di nave d'alto bordo, per
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seconda volta la corvetta si coprì di fuoco e di fumo. Per cinque o sei minuti un frastuono orrendo coprì i muggiti delle onde. Le tre navi si
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sventolava una bandiera rossa, segnale di fuoco permanente, ad ogni ora, ad ogni istante, contro tutti e contro tutto; sulla giunca una bandiera rigata
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fuoco rasente al mio corpo. - Non oserò mai! - affermò Testa di Pietra. - Non vorrei uccidere il mio comandante che adoro più della punta del campanile
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sciabola d'abbordaggio. - Ai vostri ordini, comandante. - Sia pronta una scialuppa fra cinque minuti. Sul ponte e nella batteria si mantenga il fuoco
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Diana! Provate questo Madera, e vedrete come il vostro cuore prenderà fuoco. - Per chi? - Non sono un bell'uomo forse? Di là tubano i gabbiani, e possiamo
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giovane gabbiere. - Non sono affatto tranquillo. - E nemmeno io. - Tieni pronta la pistola e la sciabola d'abbordaggio. - Al tuo comando farò fuoco
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vi trovo uno scorpione, parola di marinaio, dò fuoco alla tua baracca. Comandante, permettete che il vostro vecchio lupo di mare ve l'offra. Uomini
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eterna sull'uomo che mi rovinò la vita e mi esiliò per sempre dal mio paese! Il boia si era alzato stringendo i pugni, cogli occhi schizzanti fuoco, la
Accademia della crusca
