I CORSARI DELLE BERMUDE
notte del 17 giugno, dieci compagnie di granatieri condotti dallo stesso generale Howe e dal generale Pigot, col marchese d'Halifax, rinforzati da
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mangiata i carnefici. - Va bene, signore. Dal momento che pagate vi porto quanto ho di meglio. - Vi prego solamente di sbrigarvi, perché abbiamo tanta fame
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, per sua disgrazia, aveva perduto troppo tempo a raccogliersi e riorganizzarsi. Con una superba bordata uscì dal canale prese il vento in poppa e mosse
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metri dal forte dentro il canale, e cominciava a sparare furiosamente. Dall'altra parte dell'isola numerose scialuppe stavano sbarcando truppe e
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abili ufficiali francesi guidati dal giovane marchese Lafayette, accorrono in buon numero per offrire a quei coloni, ignari delle cose guerresche, la
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§Il sole tramontava fra una nuvolaglia grigiastra che si era distesa, a poco a poco, gonfiata dal vento di ponente, sopra l'Atlantico. Le onde, che
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dal cantiniere del reggimento. - Foi recalare a me? - Sì, io recalare - rispose il bretone. - Ma prima devo scambiare due parole con te Hulrik, che ha
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posdomani. - Da chi? - urlò il bretone. - Dal carnefice. - Ve n'è uno dunque in Boston? - Sì, marinaio. - Uno solo? - Uno solo. - Dove abita, quell'uomo
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impiccato, perché il laccio è stato già abilmente preparato dal boia. Si romperà subito, ed egli cadrà in piedi. - Andate, mio valoroso. - Piccolo Flocco, a
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. - Crepa, canaglia - borbottò il bretone. - Mi sei costato più d'un luigi. Si alzò a sua volta e andò a sedersi alla tavola occupata dal Corsaro e da
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devastino il mio cuore ... Lo aspetto nel quadro. Scese dal ponte, lanciò un ultimo sguardo nell'Oceano scintillante di azzurro e di luce, poi a lenti
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nove una profonda oscurità avvolgeva mare e cielo. Solo poche meduse, naviganti quasi a fior d'acqua e che si lasciavano trasportare dal Gulf Stream
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cominciato a sparare, ma a casaccio, perché la corvetta non era visibile e continuava a filare, allontanandosi rapidamente dal luogo della bordata. Anche
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allora il bretone, rivolgendosi alla cameriera, la, quale si studiava ad arrestare il sangue che usciva in gran copia dal petto del marchese. - Fra due
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mezzogiorno e prepararci una colazione abbondante a base di salciccie affumicate. - C'è il tedesco. - Perbacco! - esclamò il bretone, slanciandosi dal
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fermato, snudando rapidamente la spada - Sono il tenente Torosson - gli disse. - Non mi conosci dunque? Vado dal generale Howe per importanti
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? - Sembrava un giaguaro. Ne ha infilzati due, ed ha bruciato le cervella ad un terzo; poi ha dovuto arrendersi oppresso dal numero, quantunque si fosse servito
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un'affettuosa stretta di mano, poi salì in coperta seguito dal colonnello. Come la sera precedente il tempo si era messo al brutto. In lontananza
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in apparenza quel terribile incontro. La lanterna avanzava sempre a piccole scosse e finalmente una testa si delineò a tre passi dal Corsaro, una
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eterna sull'uomo che mi rovinò la vita e mi esiliò per sempre dal mio paese! Il boia si era alzato stringendo i pugni, cogli occhi schizzanti fuoco, la